L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo non ha certo sopito bisogni legati al sostentamento: continua il nostro viaggio virtuale in ascolto delle sfaccettate realtà del territorio. Intervista a Massimo Costarelli, Presidente dell’ Associazione Aiuti in Vallesina Onlus, che dal 2015 si occupa di solidarietà sociale.
- Come sta affrontando la sua Associazione l’emergenza COVID-19 ?
La nostra associazione, attiva nel perseguimento di due missioni sociali, cioè il recupero delle eccedenze alimentari da aziende ed attività commerciali e la ridistribuzione della stessa merce alle associazioni caritatevoli beneficiarie di tredici Comuni della media Vallesina, è proseguita regolarmente grazie all’operato dei volontari anche nei primi giorni di blocco, molto prima della definizione delle linee guida operative per lo svolgimento delle attività dei volontari del Terzo Settore che in seguito ci ha aiutati ad inquadrare meglio la conformità della nostra attività. Abbiamo operato con qualche difficoltà oggettiva e materiale in più, per l’evidenza delle nuove ordinanze e delle direttive che hanno interessato ovviamente anche i nostri fornitori, in particolare in relazione a movimenti, ad attività ed a comportamenti; l’attività è, comunque, proseguita regolarmente e senza discontinuità a servizio dei nostri beneficiari.
- Quali difficoltà sta incontrando la sua Associazione nello svolgimento della propria attività solidale?
In questo momento, l’attività prosegue regolarmente, senza intoppi, anzi, in questo periodo, sono state strette collaborazioni ulteriori con strutture riconducibili alle istituzioni, per esempio Protezione Civile Regionale, o alle Associazioni locali. La riapertura delle attività delle associazioni caritatevoli locali ci ha permesso di tornare alla nostra normale attività.
- Quali esperienza sta maturando la sua Associazione a seguito dell’emergenza COVID-19 nel presente e per il futuro?
La nostra associazione è a servizio degli operatori che operano a favore del superamento della problematica del disagio alimentare; quindi nulla è cambiato rispetto a prima se non l’evidente peggioramento della problematica di carattere sociale. La nostra attività è, e resta necessaria nel contesto della problematica.
Per il futuro i Piani pandemici nazionali e regionali dovranno definire fin da subito analiticamente l’impegno e l’utilizzo del Terzo Settore in fase di emergenza onde evitare esitazioni ed insicurezze.