Il mondo del volontariato assomiglia a una pianta dal fusto robusto, con tanti rami di lunghezza e aspetto diversi, foglie dalle dimensioni più disparate e frutti talvolta ancora precoci.
Insieme a Mario Argentati, coordinatore del coordinamento delle Associazioni di Volontariato dell’Ambito Territoriale Sociale IX, proviamo a raccontarne la crescita durante il 2015 appena trascorso. Partendo dall’anello più interno e datato, come si farebbe con un albero.
“Dal 2008, anno della nostra costituzione, il protocollo di intesa con il Comune di Jesi stipulato nel marzo del 2013 è stato uno dei nostri traguardi più importanti. Una collaborazione solida con l’amministrazione comunale è importante per poter far penetrare le radici del volontariato nel territorio”.
Quali sono i progetti più significativi germogliati nel 2015?
Due sono stati gli ambiti ai quali ci siamo dedicati maggiormente: l’apertura dello sportello unico per le associazioni di volontariato e la partecipazione del coordinamento alla programmazione sociale della città, di concerto con il Comune. Lo sportello è il punto di riferimento pensato per aiutare le associazioni e i cittadini che vogliono organizzare manifestazioni e incontri: qui, ad esempio, si possono avere informazioni riguardo i permessi e le autorizzazioni necessarie. Dal 9 aprile 2015, giorno di inaugurazione, il Comune è impegnato insieme al coordinamento – ciascuno secondo le proprie peculiarità – per utilizzare lo sportello come canale privilegiato per sperimentare una comunicazione efficace con associazioni e territorio.
C’è stata una risposta positiva, finora? In cosa si concentrerà l’attività dello sportello nel 2016?
I riscontri sono stati positivi, ci siamo resi conto di star rispondendo ad una esigenza reale: c’era bisogno di un punto di riferimento istituzionale in grado di dare risposte certe alle associazioni riguardo l’utilizzo di materiali e spazi a disposizione di tutti.
Per il 2016 ci dedicheremo alla revisione della modulistica esistente, per disciplinare situazioni dalle più semplici, come la richiesta dell’utilizzo di una sala, fino a servizi più articolati e complessi.
Ultimo ma non ultimo, lavoreremo finalmente all’aggiornamento dell’Albo delle associazioni di volontariato del Comune di Jesi.
Jesi e la gestione partecipata dei beni di pubblica utilità: da dove è partita l’iniziativa del coordinamento?
L’assenza di una progettazione partecipata alla destinazione del vecchio ospedale – caso eclatante ma non certo isolato – ha innescato una riflessione all’interno del coordinamento già nel dicembre del 2014: durante l’incontro “Gli spazi della città, la città degli spazi”, sono state gettate la basi per un dibattito sui contenitori di pubblica utilità. Ciò è confluito in un appello – firmato nel febbraio del 2015 da 16 associazioni – rivolto al sindaco di Jesi, circa i bisogni e il futuro della comunità.
“Ospedale vecchio, Città nuova”, a maggio, è stato uno dei frutti generati dal confronto: ovvero un consiglio comunale aperto, per tornare a parlare di una cultura della partecipazione utile a far crescere la responsabilità nei confronti del bene comune.
La nascita di una commissione mista maggioranza\opposizione in consiglio comunale per discutere i contenuti emersi da quell’incontro, insieme al tavolo Asur-Comune, sono il primo frutto di questa intesa tra amministrazione e volontariato, che ci auguriamo continui a crescere anche nel 2016.
Qualcos’altro da dichiarare?
Sì! Ci sta a cuore che questo sia anche l’anno della comunicazione: la messa a punto del sito del coordinamento, www.volontariatoinnovativo.it, a completa disposizione delle associazioni del territorio della Vallesina, è il primo passo del 2016 verso una sempre maggiore apertura all’esterno e la progettazione partecipata di un volontariato davvero innovativo, non solo nel nome. Non sarà solo uno strumento pratico per reperire informazioni o contatti: vogliamo che il sito sia una piazza virtuale condivisa, luogo di dibattito stimolante e dinamico.
Di cosa ha bisogno il coordinamento?
Il mondo del volontariato rispecchia i problemi della società: bisogna guardarsi da un certo individualismo sterile che ci fa concentrare solo su specifici settori… Per ottenere dei risultati, con le risorse sempre più limitate, anche il volontariato deve smettere di vivere in compartimenti stagni e lavorare in rete. L’esperienza CSV dimostra che il coordinamento è uno strumento che funziona; se non si riesce a progettare insieme, si rimane fermi e autoreferenziali.
In concreto, come si può aiutare il coordinamento a crescere?
Partecipando agli incontri, dando continuamente nuove idee e facendo proposte: è proprio dall’impulso dato da un’associazione che è scaturita la scintilla per il dibattito sull’ ex-ospedale: il contributo di tutti è linfa vitale!