Le idee, le proposte, il confronto sui contenitori di pubblica utilità
Convegno del 3 dicembre 2014
ore 17.00 Sala convegni II Circoscrizione di Jesi (AN)
Grazie a…..
1. Come primo punto nel mio breve intervento vorrei metterci una segnalazione: il fatto cioè che questo incontro, questo confronto di idee e di proposte viene organizzato a pochi giorni dal trasferimento dell’ospedale civile di Jesi nei nuovi locali al “Carlo Urbani” e dall’approvazione della legge “Sblocca Italia” che con le norme previste all’art.24 da una nuova dimensione al concetto di cittadino attivo. Non solo pulizia, manutenzione e abbellimento degli spazi comuni, quali attività rispetto alle quali i Comuni sono chiamati a favorire i cittadini, ma, soprattutto, riuso e recupero di beni pubblici inutilizzati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, secondo un’interpretazione più appropriata del principio di sussidiarietà. Certo è un volontariato che si è organizzato attorno ad un coordinamento di associazioni, soprattutto in ambito sociale: ma è pur sempre un mondo che, stando assieme, si pone e si propone all’esterno, ovvero in quel mondo dove si trova, tutti i giorni ad operare.
2 . Al secondo punto vorrei metterci una presa d’atto: ovvero che questo mondo del fuori, è il mondo a cui il volontariato guarda e per cui lavora, ed è il mondo di cui è espressione. Per dirla con altre parole: il volontariato è UN MODO attraverso cui ogni società, la nostra società, prova a dare risposte ai problemi che incontra. E queste affondano nella esplicitazione di un atteggiamento SOLIDALE, che magari viene declinato secondo tante sensibilità, ma che comunque rimanda sempre ad una volontà solidale.
3 . Terzo punto: la solidarietà, per potersi esprimere, per potere essere efficace e raggiungere gli obiettivi – minimi o massimi che siano – ha bisogno di SPAZI. E questi spazi possono essere visti come attenzione, come risorse finanziarie, risorse umane: ma è indubbio che possono essere visti anche come spazi fisici, luoghi, per intenderci. E una città, già di per se stessa, è un luogo dove la solidarietà abita, potrebbe abitare o dovrebbe abitare a seconda della realtà civile di quella stessa città.
4. Quarto punto: SPAZI e questa parola ci rimanda subito al titolo di questo incontro. Spazi della città, ma non spazi qualsiasi. Noi li intendiamo come SPAZI DI SENSO per la città. Come può essere una fabbrica, un ospedale, un teatro, una palestra. Il volontariato – in tutte le sue forme – ha bisogno di questi spazi di senso, ovvero necessita di poter abitare per vivere. E prima ancora di poterli abitare, ha bisogno che la città li pensi in questo modo, li pensi utili e necessari come è utile e necessario il ruolo del volontariato. Altrimenti, se ciò non fosse, avremmo a disposizione SPAZI ma vuoti di senso solidale. Questo per noi è importante.
5. Quinto punto, a seguire: ecco che comincia ad intravedersi LA CITTA’ DEGLI SPAZI, ovvero la comunità in quanto tale che esprime il bisogno e cerca le risposte per cercare e trovare questi spazi di senso, che noi del volontariato definiamo spazi di senso solidale. Che possono chiamarsi ospedale, teatro,palestra, etc. ma che per essere solidali devono essere riempiti del senso di solidarietà comunitaria che la città esprime. Ecco, così ritorna la parola città, prima della parola spazi.
6. Sesto punto che rimanda al perché siamo qui oggi. Perché una collettività e con essa il volontariato si è accorta che la città degli spazi si ritrova – da ieri o da oggi o da domani prossimo – ad avere in carico di responsabilità diversi spazi ancora, ripeto ancora, privi di senso. Li definirei SPAZI IN ATTESA, perché mi richiama alla mente anche, per assonanza con il verbo, la immagine di SPAZI ATTESI,per dire che tutto un mondo di associazionismo volontario li aspetta per poterli riempire di quel senso solidale cui prima accennavo.
7. Settimo punto o spunto di riflessione che sia: come affrontare questa responsabilità rispetto agli spazi attesi? Certo, innanzi tutto attraverso la riflessione che porta alle idee, e poi alla riflessione che porta alle proposte e infine alle scelte. Ecco, in questi passaggi noi del volontariato ci inseriamo un concetto per noi essenziale, vitale: la condivisione. Idee da condividere, proposte da condividere, scelte decise, rapide ma condivise, anche a rischio di posizioni divergenti, anche a rischio di minoranze non accordate con la scelta. Ma, diciamo noi del volontariato, la realtà non è univoca, è frammentata e frammentaria e non permette il lusso del plebiscitarismo, dell’essere tutti d’accordo. Come se l’orchestra della comunità fosse composta da un solo strumento: no, gli strumenti sono diversi e ciascuno ha la sua caratteristica…sonora: ma ‘ l’armonia che li rende funzionali e ne esalta il valore, non l’omogeneità.
8. Ecco, il nostro sogno è di approdare a scelte armoniose e non appiattite su una sola visione di città. Abbiamo messo sul titolo LA CITTA’ DEGLI SPAZI,per sottolineare appunto il molteplice, nella logica diversità di visione. Ma il volontariato, tutto insieme, pone la sua visione globale nel chiedere SPAZI di senso e il senso, il significato di uno spazio utilizzato per la comunità sta nella condivisione. Delle idee, delle proposte e delle scelte. Il che è come dire PARTECIPAZIONE. Il modo più concreto per dare forma alla partecipazione. E la nostra cultura di volontari ci porta a voler partecipare nelle realtà sociali, aperti ai temi ed ai problemi dell’ambiente – tanto legato alla salute e al benessere delle persone… – sensibile ad ogni forma di attività per la cultura in tutte le forme.
9. Infine – noi crediamo che idee, proposte e scelte debbano trovare un terreno di coltivazione giusto. Crediamo che sia necessario creare UN GRUPPO DI LAVORO MULTIDISCIPLINARE composto da non molte persone, che in tempi brevi rifletta sulla realtà degli SPAZI per come sono adesso, e si sforzi di elaborare idee che li trasformino in SPAZI DI SENSO. Poi le proposte verranno da sé, anche incomplete. Ma dare senso ad uno spazio non è una operazione di un giorno, anzi, necessita di esercizi di pazienza e di tempi lunghi. In fondo, IL SENSO è proprio questo, forse, stare nel tempo presente, tenendo conto del passato, proiettati nel futuro. Non ci pare un sogno, ma piuttosto un VISIONE, la visione del volontariato. Speriamo che non passi per visionarietà…
Grazie.
Mario Argentati