Decreti attuativi della riforma del Terzo settore: sintesi dell’incontro al CSV e prossimi passi

(Fonte CSV Marche)

I principali contenuti dell’incontro dei giorni scorsi, convocato da CSV e Forum Terzo settore Marche: le organizzazioni sono invitate a formalizzare la propria adesione.

Oltre 60 le organizzazioni del Terzo Settore marchigiano che hanno risposto all’invito di CSV e Forum Terzo settore Marche ritrovandosi, lo scorso 6 febbraio, nella sede del CSV ad Ancona per confrontarsi sui contenuti essenziali dei decreti attuativi della Riforma del Terzo Settore, la cui portata implicherà una radicale revisione normativa ed organizzativa di tutto il mondo del non profit.

Dopo la legge delega approvata dal Parlamento lo scorso giugno, che traccia le linee strategiche di indirizzo a cui riferirsi nella stesura delle norme di dettaglio, il Governo si appresta ora a presentare ed approvare i decreti legislativi che dovranno appunto dare concreta attuazione alla legge e che rappresentano il vero nodo dell’intera proposta normativa.

Proprio questo è stato il tema dibattuto nell’incontro, che ha riguardato in particolare lo “Schema di decreto legislativo recante misure di sostegno allo sviluppo del terzo settore“, concernente le reti associative, il Consiglio Nazionale del Terzo Settore, le misure di sostegno al Terzo Settore ed il sistema dei CSV (non si tratta ancora del testo definitivo del Governo, ma di una versione aggiornata al 24 gennaio 2017).

Nell’occasione sono stati illustrati i contenuti della bozza di tale decreto, che sta circolando da qualche giorno tra gli addetti ai lavori, ed è stato anche presentato un documento elaborato in proposito dal comitato “La parola ai volontari”(www.laparolaaivolontari.it) in cui si sono riuniti numerosi e autorevoli rappresentanti nazionali e locali di organizzazioni di volontariato, centri di servizio per il volontariato e studiosi, che chiedono al Governo di aprire un percorso e un dibattito realmente partecipati, coinvolgendo tutti i potenziali destinatari di tale provvedimento.

Il confronto che ne è seguito è stato vivace, numerosi e puntuali gli interventi dei presenti. Ecco una sintesi delle principali proposte ed osservazioni emerse.

1. La necessità che venga chiarito prima possibile cosa si intende per “interesse generale” e quali caratteristiche deve possedere un OTS per svolgere funzioni di interesse generale
2. L’opportunità che l’emanazione dei decreti segua una sequenza logica di contenuto
3. Preoccupazione per quello che potrà succedere al valore sociale della gratuità e dell’impegno civile del volontariato e per le problematiche molto serie che potrà generare la possibile sostituzione delle funzioni pubbliche da parte delle organizzazioni del Terzo Settore, che potrebbe portare finanche a snaturare ruolo e missione del Terzo Settore
4. E’ stata rimarcata l’eccessiva centralizzazione e la bassa attenzione ai territori che emerge dai contenuti del decreto
5. Sono stati rilevati limiti troppo stringenti per il riconoscimento delle reti associative
6. Un giudizio negativo è stato espresso nei confronti della Fondazione Italia Sociale, una fondazione governativa finanziata essenzialmente con fondi pubblici e con obiettivi e percorsi operativi ancora incerti e confusi.
7. Pesanti perplessità sono state espresse sulla natura dell’impresa sociale che viene vista come un strumento per aprire la porta del non profit ad organizzazioni che non sono connotate dai veri ed autentici valori del mondo del terzo settore.
8. E’ stato fatto un deciso richiamo affinché nel mondo del volontariato e più in generale del non profit siano individuate ed escluse quelle organizzazioni, la cui condotta calpesta gli autentici valori e la vera missione del non profit.

9. Per quanto concerne infine il sistema dei CSV sono emerse le seguenti considerazioni:
a. I contenuti del decreto riducono pesantemente l’autonomia del volontariato nella gestione dei CSV affidando un eccessivo potere alle Fondazioni di origine bancaria
b. A proposito delle Fondazioni di origine bancaria è stato sottolineato come le stesse siano organizzazioni a volte lontane dai valori del terzo settore
c. Si è auspicato il fatto che i CSV debbano sì essere controllati, ma non condizionati da altri e distanti poteri
d. E’ stato sottolineato come emerge forte la necessità di una radicale trasformazione funzionale ed organizzativa dei CSV
e. Riguardo le stringenti incompatibilità previste si è auspicato come le stesse vadano viste in relazione alle situazioni concrete ed all’esperienza e competenza dei soggetti coinvolti, evitando in ogni caso situazioni di conflitto di interesse.
f. Si è infine auspicato, riguardo l’accorpamento territoriale degli organismi territoriali di controllo, che le Marche siano unite all’Umbria ed alla Toscana, piuttosto che all’Emilia Romagna, se non altro per continuità con analoghi percorsi in essere.

Il CSV Marche e il Forum Terzo Settore chiedono alle organizzazioni di esprimere formalmente la propria condivisione alle osservazioni e proposte emerse nell’incontro e, qualora lo condividano, anche al documento “La parola ai volontari”, mandando una mail al seguente indirizzo segreteria@csv.marche.it. Sarà poi cura di CSV e Forum inviare le adesioni pervenute al Comitato “La parola ai volontari”, corredate dalle specifiche proposte ed osservazioni sopra riportate.

CSV e Forum Terzo Settore delle Marche restano a disposizione per ulteriori informazioni e per aggiornamenti sui futuri sviluppi dell’iter del decreto legislativo.

 

 

 

 

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