Giornata mondiale del volontariato, 5 Dicembre ’21

In questa Giornata Mondiale del Volontariato abbiamo pensato come Associazione ImpAct, organizzazione culturale no profit formata da giovani di Jesi e della Vallesina, di radunare online informalmente le associazioni con cui abbiamo collaborato e stretto un rapporto di amicizia, per discutere assieme di come abbiamo vissuto questo periodo di chiusure e di distanziamento, di quali sono state le misure intraprese e delle sfide che ci attendono per il prossimo futuro. Questo a dimostrazione di come le associazioni non si siano mai fermate, sappiano far rete tra loro e si adattino anche alle situazioni più complesse, come questa della pandemia.
Ringraziamo di cuore coloro che hanno partecipato!

Il ringraziamento doveroso va a:

Associazione Culturale Speiro

Para un Principe Enano

Fondazione Centro Servizi Caritas

Jesina Padre Oscar Onlus

San Vincenzo de Paoli – Jesi

Amicizia A Domicilio

Anffas Onlus Jesi

Associazione Alzheimer Marche ODV

JesiClean

Associazione Avulss Jesi odv

WWF Marche Centrali Ancona

Macerata O.A.

Gruppo FAI di Jesi e Vallesina

AIDO JESI ” Gruppo Walter Bendia”

AVIS Jesi

Croce Rossa Italiana – Comitato di Jesi

AC Jesi

Link WeTransfer: https://we.tl/t-sKV4E2EgVD 

Link Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=nwQ5OH_azAs 

Link Facebook: https://fb.watch/9OSuZgGYN3/

Matteo Arcangeli

Tra Generazioni

Mostra di manufatti ed attività dell’Associazione Alzheimer Marche
Nella splendida cornice della Chiesa di San Michele Arcangelo ex teatrino Perotti di Sassoferrato il 28 agosto inaugura la mostra ‘Tra generazioni’ realizzata dall’associazione Alzheimer Marche grazie al contributo del comune di Sassoferrato, della BCC di Pergola e Corinaldo, dell’istituto comprensivo di Sassoferrato ed alla collaborazione della psicologa Valentina Mercanti.
Il progetto nasce dalla volontà di creare uno spazio pensato per restituire ad anziani e bambini un luogo che incentivi lo scambio generazionale, la possibilità di conoscersi e di costruire rapporti di solidarietà.
Sono stati attivati laboratori frequentati da ultrasessantacinquenni autosufficienti e bambini dagli 8 agli 11 anni al fine di creare occasioni di mutuo apprendimento per incentivare lo scambio reciproco di competenze e conoscenze. Sono state ricercate foto che ritraessero la Sassoferrato di un tempo e con l’ausilio della fantasia e della creatività dei bambini ed il supporto delle competenze degli anziani si è realizzato attorno alla foto il proseguo fantastico dell’ambiente.
“E’ stata un’esperienza meravigliosa veder collaborare anziani e bambini – racconta la psicologa di Sassoferrato Valentina Mercanti – Il clima gioioso, lo scambio di idee e competenze, la collaborazione tra anziani e bambini ha reso questa esperienza indimenticabile. Il progetto, così come lo si era pensato, è stato interrotto causa pandemia. Siamo riusciti a realizzare 14 opere che troverete esposte nella mostra. Il progetto inziale è stato quindi rimodulato nella convinzione che lo scambio generazionale ed il proseguo del rapporto creato tra bambini ed anziani fosse ancor più indispensabile durante la dura prova della pandemia. Si è pensato ad un progetto on line mantenendo comunque invariati i principi cardine del progetto iniziale. Abbiamo così aderito all’iniziativa del Museo Civico Villa Colloredo Mels ‘CATturami!’ realizzando il gatto che, durante la famosa annunciazione di Lorenzo Lotto, scappa con un rapido balzo.
Sono state realizzate 15 opere di felini inventati, disegnati e modellati dai partecipanti, vicini ma lontani fisicamente, uniti anche dall’idea di collaborare allo stesso obiettivo’
Durante la mostra verranno anche esposti i manufatti realizzati dai volontari e dalle persone fragili che frequentano i centri diurni, le attività realizzate dall’Associazione Alzheimer Marche, un estratto dell’attività di Benessere Cognitivo realizzato dall’associazione on line durante il lockdown ed indicazioni sulla patologia.
La presentazione della mostra e delle attività dell’associazione verrà fatta il giorno 28 Agosto alle h 18 presso il Parco Rocca di Albornoz.
La mostra sarà visitabile, nel rispetto del luogo sacro in cui è esposta, dal venerdì alla domenica dalle h 17 alle h 20 e su prenotazione contattando il 348/9056348 – 371/3215869 o inviando mail a info@alzheimermarche.it.

COMUNICARE NEL GRUPPO CON IL GRUPPO E PER IL GRUPPO

Sei un volontario che vuole approfondire il tema della comunicazione? Ecco la proposta formativa elaborata da alcune Associazioni dell’Ambito Territoriale Sociale n.IX delle Marche e finanziata dal Centro Servizi per il Volontariato delle Marche.

Scarica il depliant. Per partecipare basta cliccare sul link della lezione del giorno e previa una iscrizione on line (solo nome e cognome mail e associazione di appartenenza) si accede alla videolezione tramite Zoom. Il primo modulo è previsto per il 14 settembre e l’ultimo il 16 ottobre 2020.

Volontariato e cultura

Maurizio Possedoni, Presidente dell’Associazione Culturale MonsanoCult, risponde alle nostre domande e ci aiuta a conoscere meglio l’orizzonte in cui operano le associazioni del nostro territorio. Lo ringraziamo per il contributo puntuale e la sua analisi.

  • Cᴏᴍᴇ sɪ ᴄᴏʟʟᴏᴄᴀ ʟ’ᴀssᴏᴄɪᴀᴢɪᴏɴᴇ MᴏɴsᴀɴᴏCᴜʟᴛ, ɴᴇʟ ᴛᴇʀʀɪᴛᴏʀɪᴏ ᴅᴇʟʟᴀ Vᴀʟʟᴇsɪɴᴀ?

MonsanoCult è nata venti anni fa e si è sempre occupata di organizzare eventi culturali nel territorio di Monsano, in particolare abbiamo dato vita a concerti di musica classica, laboratori teatrali, conferenze artistiche e letterarie, dibattiti sull’ambiente e sulla sostenibilità. La nostra finalità era ed è quella di affrancare il nostro paese dalla dimensione di “paese dormitorio” – collocato come è a ridosso di Jesi – e dotarlo di una chiara fisionomia e una sua precipua identità per renderlo riconoscibile nel territorio. Monsano per lungo tempo è stato un modello per molti piccoli e grandi centri per la sua vivacità culturale e per la ricchezza di iniziative legate anche a importanti temi sociali e ambientali, che peraltro lo hanno portato a diventare uno dei comuni fondatori dell’Associazione “Comuni virtuosi”.

  • L’ᴇᴍᴇʀɢᴇɴᴢᴀ Cᴏᴠɪᴅ ᴄᴏᴍᴇ sᴛᴀ ᴄᴀᴍʙɪᴀɴᴅᴏ ʟ’ᴀssᴏᴄɪᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴇ ǫᴜᴀʟɪ ᴄᴀᴍʙɪᴀᴍᴇɴᴛɪ ᴘᴇʀ ɪʟ ғᴜᴛᴜʀᴏ?

Questa emergenza ha cambiato drasticamente la nostra attività, anzi l’ha letteralmente bloccata. Fondamentalmente ci stiamo dedicando alla riorganizzazione, alla ricerca di collaboratori, per ripensare le prossime iniziative. Noi crediamo e vogliamo sperare che si tratti di una fase temporanea, e dunque che si possa ricominciare con incontri pubblici e attività aperte agli spettatori e ai partecipanti, nel frattempo cerchiamo di non perdere il filo del dialogo con i cittadini, e ci stiamo dedicando alla ristrutturazione del nostro sito, a creare pagine divulgative sulle nostre attività del passato e dei nostri futuri progetti.

  • Cʜᴇ ʀᴀᴘᴘᴏʀᴛᴏ ᴀᴠᴇᴛᴇ ᴄᴏɴ ʟᴇ ɪsᴛɪᴛᴜᴢɪᴏɴɪ ʟᴏᴄᴀʟɪ ᴄᴏɴ ᴄᴜɪ ᴄᴏʟʟᴀʙᴏʀᴀᴛᴇ?

L’Associazione è nata proprio in seguito ad uno stimolo preciso che veniva da parte dell’amministrazione comunale che aveva bisogno di una collaborazione operativa per mettere in piedi quelle iniziative che servivano a dare attuazione alla progettualità a cui facevo prima riferimento. Nel tempo abbiamo trovato i nostri spazi di intervento e iniziativa.

  • Fᴀʀᴇ ʀᴇᴛᴇ ᴇ̀ ᴜɴ ᴅᴇsɪᴅᴇʀɪᴏ ᴏ ᴜɴ ʙɪsᴏɢɴᴏ? 

Per una piccola associazione è fondamentale creare una rete di collaborazione e supporto per mettere in comune energie individuali e meglio sfruttare quelle strutture di cui ci si dota, se sono molto costose. Inoltre la burocrazia è sempre più pesante tanto da configurarsi come un impedimento ad operare, e – qualora si riesca a partire – il volontario si trova di fronte ad un impegno che assume i connotati di un vero e proprio lavoro. Purtroppo fare rete non è facile, perché in genere le associazioni – nella mia esperienza – tendono a curare il proprio orticello, badano a loro stesse e difficilmente cercano il dialogo e la collaborazione, evitando che si crei quella sinergia che sarebbe tanto utile a tutti. Lo stesso confronto con spirito critico costruttivo non trova spazio, in quanto viene percepito come un’invasione indebita di campo e non come opportunità reale di crescita.

  • Nᴇʟʟᴇ ᴀssᴏᴄɪᴀᴢɪᴏɴɪ ᴄ’ᴇ̀ ᴜɴ ᴘʀᴏʙʟᴇᴍᴀ ᴅɪ ʀɪᴄᴀᴍʙɪᴏ ɢᴇɴᴇʀᴀᴢɪᴏɴᴀʟᴇ: ᴄᴏᴍᴇ ᴠɪ ᴘᴏɴᴇᴛᴇ?

La partecipazione del volontario non cade dal cielo. Non ci si può limitare a dire: “l’associazione è aperta, venite e partecipate” e guardarsi poi attorno desolati perché l’invito non è stato accolto. Occorre coinvolgere le persone direttamente, chiamarle anche a casa, farle partecipi di finalità e progetti, allora accade che quella endemica mancanza di tempo, che è alla base di dinieghi o della paura di “imbarcarsi” in nuovi progetti, diventi meno ingombrante e possa essere un problema risolvibile, perché è fondamentale creare entusiasmo, agire sul senso di utilità del contributo di ciascuno, non a caso il titolo di una pubblicazione di cui ci siamo fatti promotori si intitola proprio “Se ognuno di noi” e racconta la vita – e i valori a cui si ispirava – di Padre Pino Puglisi che affermava: “Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme possiamo molto”.

  • Cᴏsᴀ ᴘᴇɴsᴀ ᴅᴇʟ ᴘʀᴏɢᴇᴛᴛᴏ “ᴀʟᴛᴀ sᴄᴜᴏʟᴀ” ᴅᴀ ғᴀʀᴇ ᴀ Jᴇsɪ?

Ovviamente la legge del Terzo Settore ha il merito di avere riconosciuto l’enorme contributo di enti e associazioni che sono una colonna portante del nostro sistema economico e sociale. È importante conoscere il quadro normativo e imparare a muoversi entro il perimetro disegnato. Se fare rete è un bisogno, allora saper fare rete è una competenza necessaria. L’alta scuola può aiutare chi lavora in questo settore a farlo con maggiore professionalità ed efficienza. Va dato atto al Coordinamento delle Associazioni di Volontariato e Promozione Sociale Ambito IX di aver individuato questa priorità e di aver strutturato un percorso che possa contribuire alla formazione e alla maggiore consapevolezza e professionalità di chi opera nel volontariato.

Nulla sarà più come prima

Silvano Sbarbati, a nome del Coordinamento delle AdV e APS, riprende e sviluppa alcuni sputi ricavati dalla lettura dell’ultimo numero del quindicinale di informazione “Jesi e la sua Valle”.

La ben costruita intervista di Matteo Tarabelli al sindaco di Jesi Massimo Bacci porta un titolo che richiama una idea che in queste settimane si è molto diffusa, forse perché convincente: “Nulla sarà come prima”. E poi un sottotitolo dove il sindaco dice testualmente (tra virgolette): “Questa emergenza ci ha cambiato, non sarà semplice ripartire, ma stiamo riscoprendo il senso di comunità”. Ora, chi abbia interesse per l’argomento può accedere all’ultimo fascicolo di Jesi e la sua Valle del 25 aprile, alle pagine 12 e 13.

Qui, nel contesto proprio del mondo del volontariato, vorrei cercare di approfondire quanto emerge dalle dichiarazioni del sindaco che, alla domanda su ciò che di positivo ha vissuto in queste settimane di emergenza Covid 19, definisce il volontariato  (dentro il contesto del Terzo Settore)  come un “gigantesco  patrimonio che abbiamo fra le mani”. Dopo averlo ringraziato per il coraggio e il determinante contributo, Bacci anticipa pure che con l’assessore  Marialuisa Quaglieri  sta “valutando interventi per valorizzare ulteriormente questa rete di reciproco aiuto, con l’obiettivo di non disperdere uno dei pilastri più vigorosi di questo territorio”.

Dunque: volontariato come “gigantesco patrimonio” e impegno del  Comune per “valorizzare e non disperdere questo pilastro vigoroso del territorio”.

Le due metafore sono suggestive e di forte impatto comunicativo. Pensare al volontariato come patrimonio rimanda ad una ricchezza; e qui vorremmo riuscire a capire di  che cosa sia fatta questa ricchezza. Non di denaro, certo, né di poteri istituzionali, né di strumentazione.  Forse di “capitale umano”, usando una brutta metafora che rimanda alla fabbrica. Certo, il volontariato è una ricchezza di disponibilità, di attenzioni, di cura proprie di persone verso altre persone. Dunque volontariato come patrimonio, come giacimento di umanità. 

Ci voleva il Covid 19  e le sofferenze derivanti per “riscoprire” questo elemento che è collante di ogni comunità. Lo sottolinea il sindaco, nelle sue dichiarazioni e possiamo soltanto condividere, sottolineando  tuttavia che se un senso di comunità è stato “riscoperto” vuol dire che esisteva, pur sottotraccia , pur se velato da altri valori meno sostanziali.

Ecco: quando si afferma che “nulla sarà come prima” vorremmo che quel nulla  – che richiama il vuoto – venisse riempito di cose, di concreti riferimenti a cui indirizzare il fare del dopo… Proviamo a fare un elenco?

  1. Togliere il “velo oscurante”  che ha coperto la capacità del volontariato di fare comunità, accreditandolo tra i soggetti di riferimento delle scelte fondamentali per la città e il territorio;
  2. Riposizionarlo all’interno delle priorità del bilancio comunale;
  3. Fare chiarezza istituzionale sull’associazionismo e le sue diverse nature rispetto al volontariato in ambito locale, nell’alveo della nuova legge sul Terzo Settore;
  4. Dare attenzione costante ai bisogni espressi dal volontariato, compreso quello di formazione per aumentarne la capacità di capire e agire a favore della propria comunità;
  5. Alfabetizzare e sensibilizzare le istituzioni pubbliche perché interpretino meglio i desideri del volontariato (tutto intero, in tutte le sue forme di intervento) senza settorializzarli negli ambiti di ciascuna associazione, ma integrandoli – finalmente e concretamente – nella logica di rete.

Silvano Sbarbati

Intervista a Massimiliano Colombi

Il tempo-Covid 19 permette – tra le molte altre cose che invece limita – di tessere relazioni di riflessione usando ritmi meno convulsi. In questo senso abbiamo approfittato di Massimiliano Colombi, il sociologo che ha collaborato con noi nel progetto “Una pedagogia per il volontariato” svoltosi quasi un anno fa a Jesi nell’ambito del  Festival Volontarja, ponendogli alcune domande, avendo come centro di interesse la formazione per il Terzo Settore. Colombi, attraverso il  suo ambito professionale ha maturato una particolare competenza nel settore del volontariato e nelle dinamiche di formazione ad esso connesse, ed è docente tra l’altro presso l’ Istituto Teologico Marchigiano.

  •     Prof. Colombi, che cosa pensa di questo tempo-Covid 19?

Abitiamo un tempo che spinge a ritrovarsi con modalità inedite, e in questo il mondo del volontariato dimostra una tenacia incredibile, un valore aggiunto prezioso per le nostre comunità. Abitare con consapevolezza questo tempo significa lasciarsi interrogare dal “durante”, senza cedere ad una logica del “prima” e del “dopo”. Anche perché molti segnali ci dicono che il cosiddetto “dopo”, ad esempio la “fase 2”, assomiglierà molto di più al “durante” che stiamo vivendo, piuttosto che al “prima” che abbiamo vissuto. 

In questa prospettiva si può maturare una postura di “fronteggiamento”, alternativa alla fuga. Occorre dirsi reciprocamente “chi sei?” e soprattutto “ci sei?”. In altre parole può voler dire impegnarsi in un lavoro di ristrutturazione della convivenza umana, avendo una preoccupazione costante per la cura della propria vita in connessione con le vite altre e di altri.

  •   Siamo in una  crisi dai contorni e dagli orizzonti particolarmente frastagliati e nebulosi, dunque?

Credo di sì, non conosciamo tutto e siamo obbligati a non smettere di conoscere. Più conosciamo e più siamo chiamati ad accettare la parzialità . Abbiamo poche informazioni solide e tante incertezze. Abbiamo però una certezza: non siamo soli e possiamo sostenerci nella ricerca. Come ci insegna Arturo Paoli, solo “camminando s’apre cammino”. E qui vorrei introdurre un elemento importante: la crisi non seleziona sempre i migliori, ma spesso e volentieri resiste chi dispone di una rendita di posizione. Al contrario le realtà più innovative e più fragili, maggiormente esposte alle criticità rischiano di soccombere. Occorre aver cura dei germogli e non solo delle piante secolari. 

In questo senso quanto diventa importante attivare una narrazione della esperienza da cui poter apprendere e che consenta di sviluppare un humus utile per far crescere nuove piante, nuove realtà del volontariato, inedite forme di convivenza. La narrazione può essere fatta da chiunque ha a cuore e ha cura delle persone e delle comunità, che parta dal radicamento nella storia feriale, in grado di porre attenzione a ciò che accade a livello micro (livello personale), macro (la Società) ma anche meso (la Comunità). È necessario un lavoro da “cercatori d’oro” rispetto a disponibilità individuali e comunitarie, per poterle riconoscere e valorizzare.

  • Se dovesse descrivere con una metafora il momento che stiamo vivendo…?

Siamo in Esodo, come scrive il pedagogista Ivo Lizzola, non da soli ma in Carovana, legati gli uni agli altri. Un grandissimo paradosso. Non è vero che siamo “sospesi” e in attesa di una ripartenza. Nessuno di noi è stato congelato e ognuno continua a vivere. Restiamo in viaggio. Alcune terre assomiglieranno alle solite terre, altre saranno invece terre insolite. Alcune mappe ci aiuteranno a proseguire il viaggio, mentre altre, a fronte dei cambiamenti intercorsi, ci porteranno fuori strada. Di alcuni territori dovremo disegnare le mappe, saremo esploratori. Non siamo in pausa. Stiamo vivendo, perché siamo vivi. Per questo sentiamo il dolore delle tante morti senza commiato, avvertiamo la paura per un tempo incerto e conserviamo la fiducia che non siamo all’ultima pagina. Continuare ad abitare significa continuare a vivere.

Ricordo di Gianni Rossetti

Abbiamo ricevuto la notizia della improvvisa morte di Gianni Rossetti con doloroso  sgomento. Il Coordinamento ne aveva conosciuto la generosa disponibilità ad accogliere le proposte di collaborazione per il Festival Volontarja.

Per due edizioni  avevamo costruito con il suo contributo eventi significativi e molto apprezzati dalle associazioni del territorio, grazie alla sua competenza nel sistema della comunicazione. Stavamo anche organizzando un terzo appuntamento, amplificando la portata e approfondendo quanto ci veniva  suggerendo.

Ci mancherà molto questa sua concreta attenzione solidale al mondo del Terzo Settore, mai abdicando al rigore professionale che, anzi, usava a mani piene per far crescere quanti glielo chiedevano. Ci mancherà. Sincere condoglianze alla famiglia.

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TANTI PER TUTTI – il viaggio fotografico del volontariato italiano fa tappa a Jesi

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Il volontariato non sta mai fermo, ma l’obiettivo di centinaia di fotografi provenienti da tutta Italia è riuscito ad immortalarlo in una mostra che dal 31 agosto al 4 settembre farà tappa a Jesi.

Nell’ambito della “Giornata del donatore – festa del volontariato”, organizzata dall’Avis, Aido e Admo, con il patrocinio del Comune di Jesi, il CSV Marche (Centro servizi per il volontariato) si inaugurerà presso Palazzo dei Convegni la mostra “Tanti per Tutti. Viaggio nel Volontariato italiano”.  Si tratta del primo progetto di documentazione del mondo del volontariato attraverso la fotografia, che racconta la vita delle associazioni e le iniziative portate avanti dai milioni di volontari italiani, motivati dai più diversi interessi e motivazioni, ma tutti uniti nella volontà di partecipazione e di solidarietà.                       La mostra, a ingresso gratuito, verrà inaugurata mercoledì 31 agosto alle ore 18 e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 16 alle 20; il 4 settembre, in occasione della festa, dalle ore 10 alle 13.

Per l’aiuto nell’allestimento della mostra, il CSV Marche e il Coordinamento delle Associazioni ringrazia l’associazione di volontariato “Gruppo Fotografico Manifattura Tabacchi”.

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