Gli Stati Generali del volontariato

La stampa, e soprattutto i social network  locali in questi giorni hanno ospitato notizie e riflessioni che hanno in primo piano il volontariato; ciò anche grazie alla emergenza Covid 19 che ne ha messo in risalto il ruolo, le funzioni, i valori. 

Siamo di fronte ad una accelerazione di questi temi, che a livello locale risente anche della questione del ricambio delle deleghe dell’assessorato competente al Comune di Jesi. 

La recente intervista al sindaco Bacci , apparsa sulla pagina Facebook del nostro Coordinamento, ribadisce con forza la centralità del volontariato: noi la amplifichiamo portando ad esempio la  nomina del nuovo presidente dell’Asp n.9.  L’avv. Marasca subentra al dimissionario dott. Mosconi e è utile ricordare – come fa spesso il sindaco Bacci – che si tratta di incarichi a titolo gratuito. Volontariato puro, a fronte di un impegno e di assunzioni di  responsabilità nella gestione dell’azienda più importante per il welfare del territorio.

Il  volontariato è riconosciuto nella sua funzione di valore aggiunto, anche se attualmente l’associazionismo  tutto (da quella sociale, a quello culturale, a quello sportivo) vive nel nostro Paese un momento difficile per l’applicazione della nuova Legge del Terzo Settore che lo regolamenta, accorpando di fatto realtà molto diverse tra loro.

Il  volontariato di queste normative e dell’obbligo di rispettarle sente fortemente il peso; e con la crisi Covid 19 siamo di fronte ad una accresciuta pressione burocratica che di fatto contraddice quei riconoscimenti che da tutte le parti gli vengono attribuiti (dal  livello nazionale fino a quello locale). 

Crediamo che il tema della burocrazia sia un tema importante sul tappeto in questo momento, e che di esso ci si debba occupare nelle sedi istituzionali giuste, ad ogni livello.

Per quanto sopra:

– in considerazione che da più parti si afferma che siamo  di fronte ad una mutazione  di un clima sociale, economico, culturale; 

– tenuto conto anche dello scenario comunale e territoriale; 

– vista la necessità di  realizzare un confronto allargato, con urgenza, sul tema del volontariato nelle sue declinazioni concrete (albi, regolamenti, formazione, costruzione di reti, accesso alla risorse, ricambio generazionale, etc.) ; 

proponiamo

 GLI STATI GENERALI DEL VOLONTARIATO A JESI e NELLA VALLESINA. 

Il nostro  Coordinamento, quale espressione territoriale del Centro Servizi Volontariato delle Marche, lancia questa proposta all’ASP n.9 (pensando al Profilo di Comunità da essa elaborato e alla Fondazione “Vallesina Aiuta onlus”), al Comune di Jesi quale capofila di un territorio più ampio, e a tutte quelle realtà del Terzo Settore che sono interpreti dei valori aggiunti del volontariato.

Quel volontariato che – in tutte le sue forme – è portatore sano radicato nel passato, sensibile e attento in questo tempo presente e proiettato al futuro.

Il Coordinamento

Emergenza e volontariato: intervista al sindaco di Jesi Massimo Bacci

Superata la fase dell’emergenza, il “durante” è tempo fertile per un primo bilancio e per la progettazione del futuro del volontariato.
Intervista al primo cittadino di Jesi, Massimo Bacci.

  • Fᴏʀᴛᴇ ᴅɪ ᴜɴᴀ ᴇsᴘᴇʀɪᴇɴᴢᴀ ᴠɪssᴜᴛᴀ ᴅᴀ ᴘʀɪᴍᴏ ᴄɪᴛᴛᴀᴅɪɴᴏ, ᴄᴇʀᴛᴏ ᴍᴏʟᴛᴏ ɪᴍᴘᴇɢɴᴀᴛɪᴠᴀ ᴀɴᴄʜᴇ sᴏᴛᴛᴏ ɪʟ ᴘʀᴏғɪʟᴏ ᴜᴍᴀɴᴏ, ᴄʜᴇ ᴄᴏsᴀ ᴘᴜᴏ̀ ᴅɪʀᴄɪ ᴅᴇʟ ʀᴀᴘᴘᴏʀᴛᴏ ᴛʀᴀ ᴄʀɪsɪ Cᴏᴠɪᴅ 19 ᴇ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴀᴛᴏ?

È stata questa della pandemia una occasione per confermare lo straordinario ruolo del terzo settore a supporto delle strutture sanitarie e degli enti pubblici. Le associazioni di volontariato hanno mostrato, tutte e nessuna esclusa, grande senso di responsabilità, piena consapevolezza della drammatica situazione sociale ed economica che si è creata ed hanno contribuito in maniera determinante ad aiutare – solo per restare nel nostro territorio – centinaia e centinaia di famiglie in difficoltà. Certo, non lo hanno potuto fare con la vicinanza fisica, che è un po’ l’essenza di chi fa volontariato per gli altri, ma certamente non solo fornendo mezzi di sussistenza, ma anche mantenendo un dialogo ancorché a distanza. 

Il Comune di Jesi ha percepito subito che poteva fare pieno affidamento sul volontariato e ovviamente ne ha attinto a piene mani per garantire servizi assolutamente indispensabili, così come la distribuzione di beni di prima necessità. Avremo certamente modo, a conclusione di questo periodo, di testimoniare tangibilmente il senso di gratitudine dell’Amministrazione comunale e della Comunità tutta a quanti si sono prodigati per non lasciare solo nessuno. 

  • Sɪᴀᴍᴏ ᴀɴᴄᴏʀᴀ ɴᴇʟʟᴀ ғᴀsᴇ ᴅᴇʟ “ᴅᴜʀᴀɴᴛᴇ” ᴇᴅ ᴇ̀ ᴇssᴇɴᴢɪᴀʟᴇ, ʟᴏ ᴅɪᴄᴏɴᴏ ɪɴ ᴍᴏʟᴛɪ, ᴄʜᴇ ʟᴏ sɪ ᴘᴇɴsɪ ɢᴜᴀʀᴅᴀɴᴅᴏ sɪᴀ ᴀʟ ᴘᴀssᴀᴛᴏ ᴄʜᴇ ᴀʟ ғᴜᴛᴜʀᴏ. Cʜᴇ ᴘᴀssᴀᴛᴏ ʜᴀ ᴀᴠᴜᴛᴏ ᴇ ᴄʜᴇ ғᴜᴛᴜʀᴏ ᴀᴠʀᴀ̀ ɪʟ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴀᴛᴏ, ǫᴜᴇʟʟᴏ ɪɴ ᴘᴜʀᴇᴢᴢᴀ ᴅɪ ᴍᴏᴛɪᴠᴀᴢɪᴏɴɪ ᴇ ᴅɪ ɢᴇsᴛɪᴏɴᴇ, sᴇᴄᴏɴᴅᴏ ɪʟ sɪɴᴅᴀᴄᴏ Bᴀᴄᴄɪ?

Inutile guardare al passato, perché da questa emergenza si uscirà con un mondo completamente cambiato dove sarà importante, anche per il volontariato, essere pronto a recepire le nuove esigenze. Ma sotto questo profilo sono molto fiducioso, perché l’esperienza del Covid-19 ha mostrato grande capacità di risposta. La parola d’ordine è resilienza, capacità di adattamento ad una nuova situazione e di risposta conseguente. Per questo insieme all’assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri, abbiamo condiviso la necessità di istituire tavoli di confronto per ricevere dalla viva voce delle associazioni di volontariato riflessioni e considerazioni per meglio orientare l’azione in futuro. In questo contesto ritengo il coordinamento del volontariato uno strumento assolutamente indispensabile per ottimizzare risorse ed energie in una prospettiva di arrivare a fornire risposta ai nuovi bisogni che emergeranno.

In che modo è da vederlo insieme, anche sperimentando momenti di formazione condivisa che possano permettere a volontari già navigati ed a nuovi cittadini disponibili a farne parte di conoscere e approfondire tematiche utili per rendere il loro supporto effettivamente efficace.

Ascolto e sostegno a distanza: “La Famiglia” c’è, durante e dopo la tempesta

Intervista ad Elio Ranco, presidente del Consultorio La Famiglia di Jesi, associazione attiva da 40 anni con un equipe di volontari specializzati a disposizione di persone, coppie e famiglie che vivono momenti di fatica nelle relazioni (l’intervista è stata rilasciata lo scorso 27 aprile, n.d.r.)

• Come è cambiato – se è cambiato – in questo momento di emergenza il vostro servizio di volontario psicologico come Consultorio La Famiglia?

Questa emergenza, a noi come a tutti, è piovuta in testa come un fulmine a ciel sereno e ci ha trovato del tutto impreparati. La prima cosa che siamo stati costretti a fare è stata chiudere la nostra sede. Dopo un momento di comprensibile sbigottimento e smarrimento, ci siamo subito attivati per rimanere in contatto tra noi attraverso le videoconferenze e ci siamo domandati cosa avremmo potuto fare noi nella nostra specificità professionale. Ci siamo resi conto di aver bisogno di informazioni e suggerimenti su come comportarci e, quindi, abbiamo attivato i nostri contatti nazionali per acquisire informazione e formazione su come affrontare questa delicata situazione.

Consulta per la Pace: volontari al tempo della “guerra” al Covid-19

Tra attivismo e voglia di iniziare a programmare il futuro, intervista a Paolo Gubbi, coordinatore della Consulta per la Pace di Jesi.

  1. In primis, e in sintesi, che cosa è e come funziona la Consulta?

La Consulta per la pace è un Istituto di partecipazione del Comune di Jesi, ha celebrato i 20 anni di attività nel 2019. Il suo compito è quello di diffondere la cultura della pace e della solidarietà fra la cittadinanza, organizzando eventi come la “Giornata della pace” del 6 gennaio in cui, al mattino, si lanciano i palloncini con il messaggio di pace degli studenti delle scuole primarie e nel pomeriggio c’è un convegno con ospiti che sono testimoni dei temi di cui si occupa la Consulta. Attualmente ne fanno parte 30 associazioni di volontariato, comprese quelle di religione islamica.

  • Il Covid 19 e le associazioni come le conosce lei nella Consulta: che relazioni si sono innescate fra queste due realtà dell’oggi?

Viviamo un momento surreale, dove in poco tempo si è fermato tutto, dove in poche settimane abbiamo dovuto cambiare abitudini quotidiane che praticavamo da sempre. Possi affermare, però, che nonostante tutto questo non si è fermata la macchina della solidarietà e dell’attivismo delle associazioni, anzi, alcune di esse hanno aumentato il loro intervento verso la comunità. Certo, sono più visibili le associazioni direttamente coinvolte sul campo, come la Croce Rossa, la Caritas, l’A.D.R.A. , l’Avis ma anche le altre sono impegnate in attività di vero aiuto a persone od enti che ne hanno bisogno.

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“Da una solidarietà emotiva a una società giusta ed equa”

Intervista a Francesco Luminari, presidente dell’associazione Tenda Di Abramo di Falconara Marittima (An), che dal 1990 si occupa dell’accoglienza di persone senza fissa dimora e di sensibilizzazione sui temi della povertà e dell’esclusione sociale.

Da quasi 2 mesi è entrato di forza nelle nostre vite il mantra\monito #iorestoacasa: vi raccontiamo questo periodo dall’osservatorio di una realtà volontaristica che opera 365 giorni l’anno al servizio dei cosiddetti invisibili, “per non arrendersi alle cose così come sono”.

  • Come è cambiato il servizio dell’Associazione Tenda di Abramo dall’entrata in vigore delle restrizioni dovute al Covid-19?

Riepilogo le “mutazioni” che l’attività associativa ha dovuto seguire per far fronte all’emergenza sanitaria cercando di mantenere contemporaneamente presidiati i principali binari che la caratterizzano: accoglienza delle persone senza dimora; stimolo e collaborazione con enti locali; cultura e promozione dell’accoglienza per il territorio. Da metà febbraio – proprio mentre eravamo, dopo mesi di preparazione, alla fase finale di organizzazione delle celebrazioni previste per il trentennale dell’Associazione, programmate per metà di marzo… – abbiamo adottato le prime precauzioni per cercare di garantire un servizio sicuro all’interno della casa di prima accoglienza in Via Flaminia, 589. 

Si è iniziato dalla riduzione del numero di volontari presenti per turno (per scelta o presa d’atto in quanto, per ovvi motivi, da fine febbraio le disponibilità a garantire la presenza diminuivano progressivamente) arrivando in breve al “blocco” dei nuovi ingressi, misura presa da tutte le case di accoglienza della regione. Successivamente si è garantita una distanza minima fra i tavoli e gli ospiti in refettorio per la cena, fino alla riduzione degli ospiti per ogni camera e la disinfezione dei locali, precauzionalmente fatta fare da una ditta esterna la mattina del 9 marzo. 

Purtroppo alla fine è risultato impossibile continuare, non riuscendo più a mantenere allo stesso tempo un livello minimo di serenità per gli ospiti e i volontari che si succedevano nei turni. Da sabato 14 marzo, l’attività quotidiana ordinaria presso la casa di accoglienza di Via Flaminia 589 è stata ”sospesa”. 

Grazie all’intuizione di alcuni consiglieri e volontari, da quella mattina l’attività associativa è continuata senza interruzione. Su canali e con modalità diverse la cura e l’accoglienza dei nostri ospiti sono proseguite. Seguendo l’idea di Giuseppe e Stefano, grazie all’impegno e all’esperienza di Chiara (la nostra operatrice del segretariato sociale) e attraverso una modalità di confronto intenso si è scelto di cercare alloggi alle 4 persone che erano in Tenda alla data della sospensione e nei giorni successivi anche ad altre persone, segnalate da associazioni e parrocchie. Arrivando così a 10 persone a cui stiamo garantendo, da settimane, un alloggio.

Intervista a Massimiliano Colombi

Il tempo-Covid 19 permette – tra le molte altre cose che invece limita – di tessere relazioni di riflessione usando ritmi meno convulsi. In questo senso abbiamo approfittato di Massimiliano Colombi, il sociologo che ha collaborato con noi nel progetto “Una pedagogia per il volontariato” svoltosi quasi un anno fa a Jesi nell’ambito del  Festival Volontarja, ponendogli alcune domande, avendo come centro di interesse la formazione per il Terzo Settore. Colombi, attraverso il  suo ambito professionale ha maturato una particolare competenza nel settore del volontariato e nelle dinamiche di formazione ad esso connesse, ed è docente tra l’altro presso l’ Istituto Teologico Marchigiano.

  •     Prof. Colombi, che cosa pensa di questo tempo-Covid 19?

Abitiamo un tempo che spinge a ritrovarsi con modalità inedite, e in questo il mondo del volontariato dimostra una tenacia incredibile, un valore aggiunto prezioso per le nostre comunità. Abitare con consapevolezza questo tempo significa lasciarsi interrogare dal “durante”, senza cedere ad una logica del “prima” e del “dopo”. Anche perché molti segnali ci dicono che il cosiddetto “dopo”, ad esempio la “fase 2”, assomiglierà molto di più al “durante” che stiamo vivendo, piuttosto che al “prima” che abbiamo vissuto. 

In questa prospettiva si può maturare una postura di “fronteggiamento”, alternativa alla fuga. Occorre dirsi reciprocamente “chi sei?” e soprattutto “ci sei?”. In altre parole può voler dire impegnarsi in un lavoro di ristrutturazione della convivenza umana, avendo una preoccupazione costante per la cura della propria vita in connessione con le vite altre e di altri.

  •   Siamo in una  crisi dai contorni e dagli orizzonti particolarmente frastagliati e nebulosi, dunque?

Credo di sì, non conosciamo tutto e siamo obbligati a non smettere di conoscere. Più conosciamo e più siamo chiamati ad accettare la parzialità . Abbiamo poche informazioni solide e tante incertezze. Abbiamo però una certezza: non siamo soli e possiamo sostenerci nella ricerca. Come ci insegna Arturo Paoli, solo “camminando s’apre cammino”. E qui vorrei introdurre un elemento importante: la crisi non seleziona sempre i migliori, ma spesso e volentieri resiste chi dispone di una rendita di posizione. Al contrario le realtà più innovative e più fragili, maggiormente esposte alle criticità rischiano di soccombere. Occorre aver cura dei germogli e non solo delle piante secolari. 

In questo senso quanto diventa importante attivare una narrazione della esperienza da cui poter apprendere e che consenta di sviluppare un humus utile per far crescere nuove piante, nuove realtà del volontariato, inedite forme di convivenza. La narrazione può essere fatta da chiunque ha a cuore e ha cura delle persone e delle comunità, che parta dal radicamento nella storia feriale, in grado di porre attenzione a ciò che accade a livello micro (livello personale), macro (la Società) ma anche meso (la Comunità). È necessario un lavoro da “cercatori d’oro” rispetto a disponibilità individuali e comunitarie, per poterle riconoscere e valorizzare.

  • Se dovesse descrivere con una metafora il momento che stiamo vivendo…?

Siamo in Esodo, come scrive il pedagogista Ivo Lizzola, non da soli ma in Carovana, legati gli uni agli altri. Un grandissimo paradosso. Non è vero che siamo “sospesi” e in attesa di una ripartenza. Nessuno di noi è stato congelato e ognuno continua a vivere. Restiamo in viaggio. Alcune terre assomiglieranno alle solite terre, altre saranno invece terre insolite. Alcune mappe ci aiuteranno a proseguire il viaggio, mentre altre, a fronte dei cambiamenti intercorsi, ci porteranno fuori strada. Di alcuni territori dovremo disegnare le mappe, saremo esploratori. Non siamo in pausa. Stiamo vivendo, perché siamo vivi. Per questo sentiamo il dolore delle tante morti senza commiato, avvertiamo la paura per un tempo incerto e conserviamo la fiducia che non siamo all’ultima pagina. Continuare ad abitare significa continuare a vivere.

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Intervista all’Assessore Marialuisa Quaglieri

🗣Per continuare ad arricchire il dibattito sul presente e futuro delle nostre “comunità volontarie”, abbiamo contattato Marialuisa Quaglieri, Assessore ai Servizi Sociali e Sanità del Comune di Jesi, in questi giorni impegnata su molti fronti: la ringraziamo per averci risposto con sollecitudine e per il suo intervento, di cui sottolineiamo la significatività.

  • In estrema sintesi: che cosa ci dice questa crisi del Coronavirus?

La crisi ci ha messo alla prova e devo dire con orgoglio che la “rete” di cui spesso ci riempiamo la bocca qui c’è. È una rete solida e a maglie strette. Chi autonomamente, chi rapportandosi in coordinamento con il Comune, tutti si sono dimostrati pronti e non si sono tirati indietro. Una dimostrazione di come il terzo settore sia fondamentale come supporto alla comunità.

  • Dal suo punto di vista, come reagisce il corpo sociale alle difficoltà, alle ansie, alle sofferenze che sta vivendo giorno per giorno?

Se per corpo sociale intendiamo tutte quelle componenti che ruotano attorno al welfare ampiamente inteso, ebbene credo che il corpo sociale abbia fatto emergere la sua innata resilienza. Che è quella di affrontare i cambiamenti adattando la propria azione in relazione al fabbisogno sociale, per aiutare ad affrontare le difficoltà, a superare le ansie, a lenire e sofferenze. È un lungo elenco di iniziative quelle intraprese per dare sostegno alla collettività, in particolare ai soggetti più fragili: penso alla spesa sospesa, alla raccolta fondi, alla consegna a domicilio di farmaci, della spesa e dei beni di prima necessità, allo straordinario lavoro che stanno svolgendo le associazioni impegnate ad assicurare un pasto a chi oggi si trova in una condizioni di povertà improvvisa, speriamo temporanea, che va ad aggiungersi ad una platea purtroppo già ricca.

  • Quali possono essere le linee-guida per orientare il futuro del lavoro del volontariato?

Il futuro è incerto sotto tutti i punti di vista: di sicuro alla crisi sanitaria sta seguendo una crisi sociale e noi dovremo essere pronti. Il Comune, a cui credo spetti il ruolo istituzionale di cabina di regia, istituirà tavoli permanenti per affrontare i problemi propri di ogni singola associazione e quelli che le associazioni, da sole o unite, dovranno affrontare per verificare e per colmare le nuove carenze che si registreranno sul territori. Probabilmente la “mission” di qualche associazione dovrà adattarsi alle nuove esigenze che si presenteranno. Ma sono sicura, e questa crisi di Coronavirus ce l’ha dimostrato, che le associazioni sono pronte e reattive per affrontare qualsiasi problematica. 

Impianto biodigestore a Jesi: comunicato stampa

Il Coordinamento ha incontrato il Presidente del Consiglio Comunale di Jesi

Il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato e Aps dell’Ambito n. 9 e il Presidente del Consiglio Comunale di Jesi, avv. Daniele Massaccesi, si sono incontrati ieri pomeriggio presso la residenza municipale.

L’incontro era stato richiesto dal Coordinamento, per affrontare con il Presidente Massaccesi il tema dell’insediamento del Biodigestore nel territorio di Jesi, in quanto lo stesso Coordinamento era stato sollecitato ad affrontare la questione dal Comitato “Jesi – no pattumiera delle Marche”.

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Auguri dal Coordinamento… per un 2019 sempre in rete!

Il volontariato è come

un esercizio di democrazia,

svolto in modo assoluto e costante.

Si vota (e ci si vota)

ogni giorno per dare vita

alla comunità in cui si vive

e che si vuol far prosperare”.

(anonimo)

Abbiamo scelto questo pensiero che ci pare riassuma meglio – in questo momento della nostra storia –il senso del lavoro del volontariato nelle nostre realtà sociali.

In questi anni, insieme a voi abbiamo messo in campo un impegno appassionato (e certo magari imperfetto quanto ai risultati) per FARE RETE per costruire un tessuto vivo e vitale con le nostre associazioni.  Alcune iniziative – pensiamo alle feste, ai convegni, alle riflessioni, agli incontri su temi rilevanti del vivere civile – ci hanno convinto di come il nostro ruolo sia stato e sia ancora centrale per la comunità, per ogni tipo di comunità.

In questo scorcio di fine 2018 vogliamo augurarvi un felice Natale e Capodanno, soprattutto per rinnovare l’invito a partecipare e a condividere questo lavoro.

In cantiere ci sono altri obiettivi importanti, alcuni dei quali perseguiti con fatica e non ancora raggiunti (pensiamo alla revisione dell’Albo, ai regolamenti per l’utilizzo degli spazi pubblici, alla formazione integrata sulla nuova legge del Terzo Settore, alla edizione 2019 di Volontarja) ma tra questi ad uno teniamo in modo particolare.

Si tratta della creazione e del mantenimento dinamico di una EFFICACE FORMA DI COMUNICAZIONE tra le nostre realtà. Questa pagina, questa presenza è soltanto la prima scintilla per accendere una fiamma che dia calore alle relazioni tra noi e la comunità tutta.

A breve partirà una iniziativa in questa direzione, che si ispira ad un tema – non ve lo anticipiamo – molto legato al senso stesso dello stare insieme e del prendersi cura…

A presto, e per ora …ancora Buone Feste!

Carlo Bellocchi, coordinatore