Scriviamo una lettera aperta perché i valori aggiunti a cui fa riferimento il volontariato si alimentano delle aperture alla comunità in tutti gli ambiti, compreso quello della politica e delle istituzioni.
Il momento che viviamo è drammatico e impegnativo e sentiamo dappertutto spendere la parola “solidarietà” come fosse una moneta di gran pregio. Questa moneta il volontariato la usa da sempre e siamo felici che sia diventata adesso quella più importante da poter spendere.
Sappiamo anche che il volontariato nel nostro Paese e nella nostra Regione è una realtà radicata nelle comunità, salda e persistente. Per questo sentiamo forte il bisogno, oggi, di ascoltare la voce di chi rappresenta il territorio e dunque rappresenta anche il “territorio della solidarietà nel volontariato”. Questa voce è quella dei rappresentanti nel governo regionale, che ha in primis la responsabilità della sanità pubblica, dalla quale ci aspettiamo le migliori risposte possibili a questa crisi.
In mezzo a tanto chiacchiericcio, alla ostentazione di tante competenze, al fiume torrenziale di dati e statistiche, di anticipazioni premature, di cerimoniali e di una retorica spesso stucchevole, il volontariato che lavora si aspetta (perché sente di meritarlo) un rapporto più ravvicinato, meno mediato con la “voce” dei propri rappresentanti locali.
Senza dover chiedere, ma al contrario ricevendo notizie, riflessioni, pensiero condiviso su scelte e su problemi che aspettano soluzioni equilibrate e misurate sui “valori aggiunti” dalla solidarietà. In un mondo che tiene le distanze per evitare il contagio, ci pare importante tuttavia sforzarsi di mantenere la vicinanza, magari usando i mezzi che la tecnologia ci ha fornito e che anche noi, volontaristicamente, abbiamo imparato ad usare in modo solidale.
Ecco, questo ci pare poter essere il modo migliore per scrivere Cambiamento con la lettera maiuscola.
Arricchiamo l’analisi partecipata di questo periodo di emergenza grazie al contributo del nostro secondo “portatore di interesse”: vi presentiamo il punto di vista di StefanoSquadroni, Presidente di Arci Servizio Civile di Jesi, dal suo osservatorio personale e di operatore del Terzo Settore.
Come vive questa situazione straordinaria della vita come giovane operatore del Terzo Settore e come giovane padre?
Il “giovane” operatore del Terzo Settore vive l’esperienza Covid-19 come momentaneo spettatore. Per ora studio il problema e il comportamento \bisogno delle persone perché credo che questo sia l’unico modo per intercettare futuri bisogni individuali e collettivi. Poi cerco di non farmi coinvolgere emotivamente dalla drammaticità dei servizi televisivi, perché credo che siano inutili siparietti offensivi per chi perde i suoi cari.
Stare in casa non mi pesa, da anni lavoro anche in modalità “smart working” in associazione. Da “giovane” padre, in questo momento mi sento un privilegiato, mio figlio ha solo nove mesi e sono ancora fuori dai meccanismi burocratici della didattica online e dalle richieste del tipo “andiamo a giocare al parco con gli amici?”. Da quando sono uscite le prime restrizioni le ho subito seguite, ma ho comunque sempre continuato a svolgere attività motoria nel rispetto mio e degli altri, pochi minuti al giorno, da solo o spingendo la carrozzina di mio figlio intorno casa e senza incontrare nessuno. Mai mi sono permesso di fermarmi a chiacchierare con qualcuno che conoscevo. Purtroppo eravamo in pochi a fare questo… e si è visto, perché hanno poi ristretto di brutto le direttive: vedi la chiusura dei parchi ecc. Adesso però la personalissima interpretazione delle norme da seguire, da parte di qualche zelante individuo – leggo di persone fermate che andavano a spasso pur dovendo stare in quarantena – sta penalizzando di molto la qualità della vita dei più fragili: bambini, anziani, persone con disturbi psichici, ecc.
Come si informa e come forma la propria opinione sui fatti che accadono?
Dal confronto con le persone, dai social e dai giornali, in questo momento percepisco tanto malessere…forse perché conosco tanta gente, e credo che non si siano valutati fino in fondo i danni collaterali di questo improvviso confinamento in casa. “Secondo la letteratura scientifica oltre il 50% di chi vive in isolamento poi sviluppa disturbi emotivi che incidono significativamente sulla risposta fisica al virus”: queste parole sono di Fabrizio Starace, presidente della Società italiana Epidemiologia psichiatrica (Siep) intervenuto in uno dei primi incontri sul Covid-19 promossi dall’Associazione Luca Coscioni su Facebook.
Vivere nello stato di continua emergenza aiuta o soffoca la progettualità per il futuro?
Entrambe… ma con procedure diverse. In principio c’è il soffocamento: di per sé una situazione di “emergenza” e quindi di “stress”, ci pone subito in contatto con la nostra parte più istintiva legata alla sopravvivenza. Metterci al riparo e trovare le misure di contenimento sono le uniche risorse a nostra disposizione, almeno nell’immediato. Conteniamo, “non respiriamo”… soffochiamo. Poi c’è la conseguente liberazione delle endorfine e c’è la presa di coscienza che nulla tornerà come prima, almeno nell’immediato… e allora?! Secondo il modesto parere di un “giovane”, quanto è successo non lascerà indenne la nuova riforma del Terzo Settore. Se in principio c’era il bisogno di far emergere una realtà, quella del TS, tenuta ai margini del welfare italiano, confinata insieme a quegli ultimi di cui spesso si occupa, da oggi cambia tutto.
Oggi, per citare un libricino di Gianmario Missaglia, storico Presidente UISP scomparso nel 2002, il “Terzo è il Primo”, ed indietro non si torna. Prima c’erano tesi che sostenevano il forte impatto di tenuta sociale che il volontariato aveva in Italia perché è difficile o miope (dipende da chi guarda) confutare il ritorno dei benefit “economici e sociali” dalle attività svolte dalle Associazioni: adesso invece lo vede e ne è consapevole persino il singolo volontario. In Italia il volontariato “puro” è quasi sempre accostato a strutture di stampo cattolico – nulla di male ci mancherebbe – che però alimenta quel simbolismo o archetipo collettivo che il sostegno viene sempre da una certa comunità che ha dei precisi valori, delle specifiche credenze e pratica una pietas longeva di duemila anni in perfetto stile pop. E’ così che poi, al cambiar dei tempi, ci si trova costretti a organizzare incontri, seminari… Volontarja per intenderci, perché non siamo mai stati educati ad essere parte integrante della più grande delle comunità, quella umana. Per ritornare al “come” cambierà questo TS, mi riservo ancora qualche giorno prima di fare qualche pronostico, anche perché è a questo prossimo futuro che sta pensando oggi un “giovane” dirigente del TS. Quindi in parte vi ho risposto. Anche se i problemi imminenti sono troppi, credo che sarà proprio grazie a queste molteplici complessità che si arriverà a delineare strategie innovative e durature di welfare sociale.
A Jesi, locali ferroviari inutilizzati diventano spazi progettuali per le associazioni e lo sportello territoriale CSV Marche.
“Binario Volontario”: nella titolazione che abbiamo espresso per l’inaugurazione dello spazio dei locali della stazione FF.SS di Jesi vengono sintetizzati i significati del progetto:
Binario sta per stazione ferroviaria, come luogo del viaggio e il viaggio, lo spostamento è anche il modo in cui ogni gruppo sociale, ogni comunità “sposta” le proprie risorse verso i bisogni emergenti;
Binario sta per doppia linea, che in questo caso è composta dalla linea propria delle ferrovie come istituzione che presiede al mezzo meccanico del viaggi e al suo funzionamento sociale: l’altra linea del binario è quella del mondo del volontariato, che si affianca all’altra e mette in atto un virtuoso modo per far spostare (sul binario, appunto) una progettualità tesa a creare solidarietà, cemento della collettività;
Volontario, aggettivo chiaro, che denota fin da subito come il luogo si finalizza agli scopi propri di una comunità che si prende cura, con propria volontaria accettazione dei bisogni dell’Altro;
Volontario è anche aggettivo che spiega e declina in concreto quanto hanno portato a termine sia le FFSS mettendo a disposizione lo spazio, sia il CSV riempendolo di contenuti progettuali attraverso l’opera delle diverse associazioni.
BinarioVolontario è la sintesi di una precisa intenzionalità, alla cui radice sta il bisogno di avere spazi a costi accessibili da parte del volontariato, ma anche il bisogno di rinnovare il “senso sociale” di spazi che risultano inutilizzati al presente. In questo senso Binario Volontario fotografa il presente di una realtà sociale di un dato territorio, che si mostra attenta ai bisogni dell’associazionismo e li declina sfruttando al meglio ciò che già esiste, rinnovandone il “significato sociale”.
Il Coordinamento ha incontrato il Presidente del Consiglio Comunale di Jesi
Il Coordinamento delle Associazioni di
Volontariato e Aps dell’Ambito n. 9 e il Presidente del Consiglio Comunale di
Jesi, avv. Daniele Massaccesi, si sono incontrati ieri pomeriggio presso la
residenza municipale.
L’incontro era stato richiesto dal Coordinamento, per affrontare con il Presidente Massaccesi il tema dell’insediamento del Biodigestore nel territorio di Jesi, in quanto lo stesso Coordinamento era stato sollecitato ad affrontare la questione dal Comitato “Jesi – no pattumiera delle Marche”.
Il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mastrovincenzo e la rete del volontariato marchigiano, interlocutore prezioso per la comunità e le istituzioni.
La formazione per il volontariato è un bel paesaggio…
Il Coordinamento da sempre focalizza la sua attenzione sui bisogni formativi del mondo del volontariato.
Per formazione intendiamo un atteggiamento che vede i limiti di un agire e vuole lavorare per superarli. Per formazione intendiamo anche un modo costante e partecipativo di coinvolgere il tessuto sociale, a partire dalle nuove generazioni. La formazione – secondo noi – è anche un modo efficace per “saldare” le generazioni senza salti e rotture, senza rottamare, per inteso, le competenze e le esperienze, ma anzi valorizzarle in prospettiva, come fossero trampolini di lancio. Per questo il Coordinamento stimola le istituzioni ad occuparsi della formazione con grande attenzione; nel caso del nostro territorio lo abbiamo sottolineato più volte rispetto alle sedi locali che ci sembrano più vocate a farlo. In particolare ci sembra la Fondazione Angelo Colocci, verso la quale guardiamo con forte aspettativa, credendo che il suo rilancio possa passare anche attraverso momenti di alta formazione per e sul volontariato e il Terzo Settore in genere.
ASSEMBLEA DELLE ASSOCIAZIONI operanti nell’Ambito Sociale 9 Giovedì 7 marzo 2019, ore 18:00 Sala Maggiore della Croce Rossa Italiana in Jesi -Via Gallodoro n. 84
Vi invitiamo ad incontrarci in assemblea per la presentazione di due iniziative che riteniamo significative per il territorio:
– il progetto di studio “Profilo di comunità” che l’ ASP Ambito 9 sta approntando, chiedendo all’Associazionismo un forte e partecipato contributo; sarà con noi il dott. Sergio Mosconi, presidente dell’ ASP, per illustrarne i contenuti e il percorso progettuale;
– il nuovo bando aperto a sostegno della formazione promossa dalle OdV denominato “Formazione in Rete”: la proposta intende favorire le Associazioni che vogliono co-progettare con altri soggetti locali un aumento delle proprie competenze per poter rispondere ai bisogni specifici del territorio. Interverrà la dott.ssa Paola Buffarini di CSV Marche.
* Ricordiamo che l’assemblea è aperta a TUTTE le Associazioni operanti nell’ambito territoriale sociale 9, siano esse iscritte o meno al Coordinamento *
Grazie per la vostra partecipazione, vi aspettiamo!
Anno nuovo, nuovo calendario dei corsi formativi offerti da CSV Marcheper coltivare le competenze e la voglia di partecipazione dei volontari marchigiani: fund raising, fare comunità, riforma del terzo settore, produzione di video… 6 opportunità da non perdere!
Abbiamo scelto questo pensiero che ci pare riassuma meglio – in questo momento della nostra storia –il senso del lavoro del volontariato nelle nostre realtà sociali.
In questi anni, insieme a voi abbiamo messo in campo un impegno appassionato (e certo magari imperfetto quanto ai risultati) per FARE RETE per costruire un tessuto vivo e vitale con le nostre associazioni. Alcune iniziative – pensiamo alle feste, ai convegni, alle riflessioni, agli incontri su temi rilevanti del vivere civile – ci hanno convinto di come il nostro ruolo sia stato e sia ancora centrale per la comunità, per ogni tipo di comunità.
In questo scorcio di fine 2018 vogliamo augurarvi un felice Natale e Capodanno, soprattutto per rinnovare l’invito a partecipare e a condividere questo lavoro.
In cantiere ci sono altri obiettivi importanti, alcuni dei quali perseguiti con fatica e non ancora raggiunti (pensiamo alla revisione dell’Albo, ai regolamenti per l’utilizzo degli spazi pubblici, alla formazione integrata sulla nuova legge del Terzo Settore, alla edizione 2019 di Volontarja) ma tra questi ad uno teniamo in modo particolare.
Si tratta della creazione e del mantenimento dinamico di una EFFICACE FORMA DI COMUNICAZIONEtra le nostre realtà. Questa pagina, questa presenza è soltanto la prima scintilla per accendere una fiamma che dia calore alle relazioni tra noi e la comunità tutta.
A breve partirà una iniziativa in questa direzione, che si ispira ad un tema – non ve lo anticipiamo – molto legato al senso stesso dello stare insieme e del prendersi cura…
I cittadini di Jesi stanno per eleggere la nuova amministrazione: in attesa del prossimo 11 giugno, il Coordinamento delle AdV e ApS incontra i candidati Sindaco per presentare le proprie richieste. Mancano pochi giorni alle elezioni: le liste sono state pubblicate, il dibattito … Continue reading →