Assemblea delle Associazioni di Volontariato e di Promozione Sociale operanti nell’Ambito Sociale IX delle Marche
martedì 20 ottobre 2020, ore 21:00
sua piattaforma ZOOM.
Si parlerà di VolontarJa 2020 e non solo… Vi aspettiamo!
Chi intende partecipare e non ha ricevuto il link lo può chiedere a Tito Augelli – cell. 3384943432 mail augellitito1944@gmail.com
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“Tutela Salute Mentale Vallesina” Tito Augelli.
Tito Augelli è da sempre il motore che spinge l’attività della Associazione Tutela Mentale…Raccontaci perché e come hai iniziato questo tuo percorso nel volontariato.
Sono entrato nel mondo del volontariato nel lontano 1999, aderendo alla richiesta di un amico psicologo che aveva bisogno di una mano per costituire una associazione per la tutela della salute mentale, in favore dei soggetti disagiati e dei loro familiari. Sono stato uno dei soci fondatori e per oltre 15 anni il segretario storico della associazione: un tecnico prestato al volontariato convertito quasi subito in un volontario attivo.
Tutela Mentale: perché serve una associazione con questi obiettivi?
Perché troppo spesso i diritti in capo ai soggetti disagiati ed alle loro famiglie non vengono assicurati proprio dalle istituzioni che dovrebbero garantirli.
In un periodo di oggettivo clima sociale ansioso, quali riscontri puoi descrivere sul
territorio di riferimento della tua associazione?
Sta crescendo nella popolazione lo stigma nei confronti dei soggetti disagiati, stigma che si allarga alle famiglie con le quali i disagiati convivono.
Come hanno vissuto e vivono questo periodo le famiglie che hanno al proprio interno un disagio mentale?
In questo periodo le famiglie sopportano più di altri il peso della convivenza con un soggetto disagiato, sia sotto l’aspetto della assistenza sia sotto l’aspetto della gestione.
Che rapporto dovrebbe esserci tra le istituzioni e il volontariato come il tuo?
Dovrebbe esserci un rapporto di massima collaborazione che troppo spesso non c’è.
Va di moda parlare di solidarietà e di comunità. Tu che ne pensi in merito?
Solidarietà e comunità sono concetti bellissimi ed essenziali, ma quanti ne conoscono il significato?
Consigli alle associazioni di volontariato?
Alle associazioni di volontariato consiglio di fare rete, di fare gruppo, di non demordere mai, anche se le avversità, le incomprensioni, gli ostacoli sembrano insuperabili. Dobbiamo lottare uniti per il bene dei più fragili.
E-mail : info@tutelasalutementalevallesina.org.
PEC: tutelasalutementalevallesina@pec.host.it
Sito Web: http://www.tutelasalutementalevallesina.org.
Telefono Segreteria: 0731 202707–338 4943432
E-mail Segreteria: augellitito1944@gmail.com
Volontariato e cooperazione
Per rispondere al bisogno di umanità e sostegno essenziale in Vellesina, conosciamo meglio Monia Ceccarelli, volontaria di ADRA Italia, che ringraziamo per essersi raccontata in questa intervista.
– Ciccarelli Monia classe 19…..? Una tua biografia in pillole, misurata soprattutto su come e quando sei approdata sulle rive del mondo del volontariato.
Ciccarelli Monia, classe 1974. Arrivo in ADRA come segretaria nel 2013 al fine di aiutare chi precedentemente gestiva la sede operativa di #Jesi. La prima riunione con le assistenti sociali alla quale ho preso parte è stata incentrata su questa domanda: quali sono ora i bisogni delle persone per cui potremmo essere di aiuto?
-ADRA è acronimo per…? E che cosa fa esattamente?
ADRA è acronimo di Adventist Development and Relief Agency ed è l’organizzazione umanitaria della Chiesa Avventista del Settimo Giorno. ADRA fa parte della rete internazionale di ADRA che si compone di 120 agenzie e uffici nazionali. Attraverso questo network, vengono sostenuti progetti di risposta alle emergenze e progetti umanitari di #cooperazione allo sviluppo in più di 130 paesi, senza nessuna discriminazione di fede politica o religiosa, razza o ceto sociale.
– Elenca le tre principali difficoltà che hai incontrato nella tua attività di volontariato.
* La diffidenza degli aventi diritto perché hanno vergogna o timore;
* l’arroganza di alcune persone nel pretendere ciò che non è un diritto ma una grande possibilità
* la rabbia di chi si scaglia contro gli stranieri dimenticando che tutti su questa terra lo siamo.
– Volontariato e istituzioni locali. Qual è lo stato dell’arte secondo il tuo punto di vista?
C’è una forte collaborazione tra le associazioni e le istituzioni locali. Jesi è di fatto una realtà magica sotto questo punto di vista. Gli jesini nascono solidali e sposano l’idea di mutuo aiuto. Di fronte a realtà di città molto più grandi, Jesi rimane un faro in questo senso. E non è affatto scontato. Essersi messi autonomamente in rete evidenzia la necessità di un #coordinamento generale e una voglia di fare bene. L’amministrazione non solo tutela questa necessità ma addirittura promuove collaborazioni e progetti tra enti e associazioni stesse. Una delle ultime vittorie condivise è ad esempio il Corso sulla comunicazione grazie all’opportunità concessa dal
– Che cosa state progettando per il prossimo futuro nella tua ADRA?
Il futuro è già oggi! Oltre al recupero e alla distribuzione di beni alimentari che andrebbero irrimediabilmente buttati poichè prossimi alla scadenza, alla distribuzione gratuita di abiti e accessori portati dai cittadini presso il nostro centro, oltre alla #partecipazione a tutti i progetti condivisi con le associazioni sorelle, abbiamo in mente idee atte all’inserimento di ragazzini particolarmente problematici nel tessuto sociale, attività rivolte alle donne straniere riguardo cultura generale, legale e medica, collaborazioni con i maggiori ristoratori della città per poter apprezzare al meglio e creare piatti gustosi con gli alimenti che il FEAD mette a disposizione degli indigenti in difficoltà. Tutto ciò col fine di poter permettere una corretta e reale integrazione. Nel migliore dei casi gli adulti si adattano… I bambini potranno integrarsi realmente. E se le mamme sono più attente, aperte e stimolate, cresceranno finalmente uomini cittadini del mondo.
-Tre desideri sul volontariato del territorio.
Realizzazione di quanto citato sopra, capacità di resistere alle difficoltà inevitabili, evitare di perdere la speranza di poter continuare a sognare un futuro migliore e migliorabile per tutti.
COMUNICARE NEL GRUPPO CON IL GRUPPO E PER IL GRUPPO
Sei un volontario che vuole approfondire il tema della comunicazione? Ecco la proposta formativa elaborata da alcune Associazioni dell’Ambito Territoriale Sociale n.IX delle Marche e finanziata dal Centro Servizi per il Volontariato delle Marche.
Scarica il depliant. Per partecipare basta cliccare sul link della lezione del giorno e previa una iscrizione on line (solo nome e cognome mail e associazione di appartenenza) si accede alla videolezione tramite Zoom. Il primo modulo è previsto per il 14 settembre e l’ultimo il 16 ottobre 2020.
Volontariato e cultura
Maurizio Possedoni, Presidente dell’Associazione Culturale MonsanoCult, risponde alle nostre domande e ci aiuta a conoscere meglio l’orizzonte in cui operano le associazioni del nostro territorio. Lo ringraziamo per il contributo puntuale e la sua analisi.
- Cᴏᴍᴇ sɪ ᴄᴏʟʟᴏᴄᴀ ʟ’ᴀssᴏᴄɪᴀᴢɪᴏɴᴇ MᴏɴsᴀɴᴏCᴜʟᴛ, ɴᴇʟ ᴛᴇʀʀɪᴛᴏʀɪᴏ ᴅᴇʟʟᴀ Vᴀʟʟᴇsɪɴᴀ?
MonsanoCult è nata venti anni fa e si è sempre occupata di organizzare eventi culturali nel territorio di Monsano, in particolare abbiamo dato vita a concerti di musica classica, laboratori teatrali, conferenze artistiche e letterarie, dibattiti sull’ambiente e sulla sostenibilità. La nostra finalità era ed è quella di affrancare il nostro paese dalla dimensione di “paese dormitorio” – collocato come è a ridosso di Jesi – e dotarlo di una chiara fisionomia e una sua precipua identità per renderlo riconoscibile nel territorio. Monsano per lungo tempo è stato un modello per molti piccoli e grandi centri per la sua vivacità culturale e per la ricchezza di iniziative legate anche a importanti temi sociali e ambientali, che peraltro lo hanno portato a diventare uno dei comuni fondatori dell’Associazione “Comuni virtuosi”.
- L’ᴇᴍᴇʀɢᴇɴᴢᴀ Cᴏᴠɪᴅ ᴄᴏᴍᴇ sᴛᴀ ᴄᴀᴍʙɪᴀɴᴅᴏ ʟ’ᴀssᴏᴄɪᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴇ ǫᴜᴀʟɪ ᴄᴀᴍʙɪᴀᴍᴇɴᴛɪ ᴘᴇʀ ɪʟ ғᴜᴛᴜʀᴏ?
Questa emergenza ha cambiato drasticamente la nostra attività, anzi l’ha letteralmente bloccata. Fondamentalmente ci stiamo dedicando alla riorganizzazione, alla ricerca di collaboratori, per ripensare le prossime iniziative. Noi crediamo e vogliamo sperare che si tratti di una fase temporanea, e dunque che si possa ricominciare con incontri pubblici e attività aperte agli spettatori e ai partecipanti, nel frattempo cerchiamo di non perdere il filo del dialogo con i cittadini, e ci stiamo dedicando alla ristrutturazione del nostro sito, a creare pagine divulgative sulle nostre attività del passato e dei nostri futuri progetti.
- Cʜᴇ ʀᴀᴘᴘᴏʀᴛᴏ ᴀᴠᴇᴛᴇ ᴄᴏɴ ʟᴇ ɪsᴛɪᴛᴜᴢɪᴏɴɪ ʟᴏᴄᴀʟɪ ᴄᴏɴ ᴄᴜɪ ᴄᴏʟʟᴀʙᴏʀᴀᴛᴇ?
L’Associazione è nata proprio in seguito ad uno stimolo preciso che veniva da parte dell’amministrazione comunale che aveva bisogno di una collaborazione operativa per mettere in piedi quelle iniziative che servivano a dare attuazione alla progettualità a cui facevo prima riferimento. Nel tempo abbiamo trovato i nostri spazi di intervento e iniziativa.
- Fᴀʀᴇ ʀᴇᴛᴇ ᴇ̀ ᴜɴ ᴅᴇsɪᴅᴇʀɪᴏ ᴏ ᴜɴ ʙɪsᴏɢɴᴏ?
Per una piccola associazione è fondamentale creare una rete di collaborazione e supporto per mettere in comune energie individuali e meglio sfruttare quelle strutture di cui ci si dota, se sono molto costose. Inoltre la burocrazia è sempre più pesante tanto da configurarsi come un impedimento ad operare, e – qualora si riesca a partire – il volontario si trova di fronte ad un impegno che assume i connotati di un vero e proprio lavoro. Purtroppo fare rete non è facile, perché in genere le associazioni – nella mia esperienza – tendono a curare il proprio orticello, badano a loro stesse e difficilmente cercano il dialogo e la collaborazione, evitando che si crei quella sinergia che sarebbe tanto utile a tutti. Lo stesso confronto con spirito critico costruttivo non trova spazio, in quanto viene percepito come un’invasione indebita di campo e non come opportunità reale di crescita.
- Nᴇʟʟᴇ ᴀssᴏᴄɪᴀᴢɪᴏɴɪ ᴄ’ᴇ̀ ᴜɴ ᴘʀᴏʙʟᴇᴍᴀ ᴅɪ ʀɪᴄᴀᴍʙɪᴏ ɢᴇɴᴇʀᴀᴢɪᴏɴᴀʟᴇ: ᴄᴏᴍᴇ ᴠɪ ᴘᴏɴᴇᴛᴇ?
La partecipazione del volontario non cade dal cielo. Non ci si può limitare a dire: “l’associazione è aperta, venite e partecipate” e guardarsi poi attorno desolati perché l’invito non è stato accolto. Occorre coinvolgere le persone direttamente, chiamarle anche a casa, farle partecipi di finalità e progetti, allora accade che quella endemica mancanza di tempo, che è alla base di dinieghi o della paura di “imbarcarsi” in nuovi progetti, diventi meno ingombrante e possa essere un problema risolvibile, perché è fondamentale creare entusiasmo, agire sul senso di utilità del contributo di ciascuno, non a caso il titolo di una pubblicazione di cui ci siamo fatti promotori si intitola proprio “Se ognuno di noi” e racconta la vita – e i valori a cui si ispirava – di Padre Pino Puglisi che affermava: “Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme possiamo molto”.
- Cᴏsᴀ ᴘᴇɴsᴀ ᴅᴇʟ ᴘʀᴏɢᴇᴛᴛᴏ “ᴀʟᴛᴀ sᴄᴜᴏʟᴀ” ᴅᴀ ғᴀʀᴇ ᴀ Jᴇsɪ?
Ovviamente la legge del Terzo Settore ha il merito di avere riconosciuto l’enorme contributo di enti e associazioni che sono una colonna portante del nostro sistema economico e sociale. È importante conoscere il quadro normativo e imparare a muoversi entro il perimetro disegnato. Se fare rete è un bisogno, allora saper fare rete è una competenza necessaria. L’alta scuola può aiutare chi lavora in questo settore a farlo con maggiore professionalità ed efficienza. Va dato atto al Coordinamento delle Associazioni di Volontariato e Promozione Sociale Ambito IX di aver individuato questa priorità e di aver strutturato un percorso che possa contribuire alla formazione e alla maggiore consapevolezza e professionalità di chi opera nel volontariato.
Essere volontari…al quadrato
Dopo presidenti di associazioni, rappresentanti della politica locale e riflessioni autorevoli, raccogliamo le considerazioni di un giovane che ha scelto di impegnarsi e di partecipare alla vita della sua comunità come volontario. Scopriamo perché nell’intervista a Riccardo Ciampichetti, che ringraziamo (insieme ad Arci Servizio Civile Jesi) per la disponibilità.
- ᴀᴛᴛᴜᴀʟᴍᴇɴᴛᴇ ғᴀɪ ɪʟ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴏ ᴘʀᴇssᴏ ʟᴀ Croce Rossa Italiana di Castelplanio ᴇ sᴇɪ Oᴘᴇʀᴀᴛᴏʀᴇ Vᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴏ ɪɴ Sᴇʀᴠɪᴢɪᴏ Cɪᴠɪʟᴇ ᴜɴɪᴠᴇʀsᴀʟᴇ ᴘʀᴇssᴏ ʟᴀ ᴄᴀsᴀ ᴅɪ ʀɪᴘᴏsᴏ Mᴏɴᴛᴇᴄᴀʀᴏᴛᴛᴏ. Cᴏsᴀ ᴛɪ ʜᴀ sᴘɪɴᴛᴏ ᴠᴇʀsᴏ ʟ’ᴜɴᴀ ᴇ ᴄᴏsᴀ ᴠᴇʀsᴏ ʟ’ᴀʟᴛʀᴀ?
Curiosità e voglia di aiutare gli altri. Quello che mi ha avvicinato alla CRI è stato il fatto che era un mondo che già conoscevo grazie al fatto che anche mia madre è volontaria, la curiosità di scoprire per bene come funzionasse quel mondo affascinante ha fatto il resto. Per il Servizio Civile invece è stata la voglia di mettermi in gioco anche durante gli studi universitari appena intrapresi.
- Iʟ Cᴏᴠɪᴅ-19 ʜᴀ ᴄᴀᴍʙɪᴀᴛᴏ ɪʟ ᴛᴜᴏ ᴇssᴇʀᴇ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴏ? Sᴇ sɪ̀, ᴄᴏᴍᴇ?
Il Covid-19 ha purtroppo un po’ logorato i rapporti tra noi volontari e coloro che assistiamo. Non potergli stare più vicini come prima, nascondere il nostro e il loro volto con mascherine e talvolta anche visiere impedendoci di comunicare con le espressioni e di poterci scambiare anche un semplice sorriso sta rendendo tutto un po’ più difficile.
- Tᴜᴛᴛɪ ᴅɪᴄᴏɴᴏ ᴄʜᴇ ɪʟ ᴍᴏɴᴅᴏ ɴᴏɴ sᴀʀᴀ̀ ᴘɪᴜ̀ ʟᴏ sᴛᴇssᴏ ᴅᴏᴘᴏ ɪʟ Cᴏᴠɪᴅ 19: ᴄᴏᴍᴇ ᴠɪᴠᴇᴛᴇ ᴠᴏɪ ɢɪᴏᴠᴀɴɪ ǫᴜᴇsᴛᴀ ᴘᴀɴᴅᴇᴍɪᴀ? Nᴇ ᴘᴀʀʟᴀᴛᴇ sᴜɪ sᴏᴄɪᴀʟ, ɴᴇʟʟᴇ ᴄʜᴀᴛ?
Quasi quotidianamente ci informiamo e discutiamo sulle notizie e gli aggiornamenti riguardo la situazione. Mai esageratamente ma ritengo che per ragazzi della nostra età restare informati sia particolarmente un dovere, senza trascurare la vita sociale e i momenti di svago anche in questa delicata fase della vita di tutti noi.
Gli Stati Generali del volontariato
La stampa, e soprattutto i social network locali in questi giorni hanno ospitato notizie e riflessioni che hanno in primo piano il volontariato; ciò anche grazie alla emergenza Covid 19 che ne ha messo in risalto il ruolo, le funzioni, i valori.
Siamo di fronte ad una accelerazione di questi temi, che a livello locale risente anche della questione del ricambio delle deleghe dell’assessorato competente al Comune di Jesi.
La recente intervista al sindaco Bacci , apparsa sulla pagina Facebook del nostro Coordinamento, ribadisce con forza la centralità del volontariato: noi la amplifichiamo portando ad esempio la nomina del nuovo presidente dell’Asp n.9. L’avv. Marasca subentra al dimissionario dott. Mosconi e è utile ricordare – come fa spesso il sindaco Bacci – che si tratta di incarichi a titolo gratuito. Volontariato puro, a fronte di un impegno e di assunzioni di responsabilità nella gestione dell’azienda più importante per il welfare del territorio.
Il volontariato è riconosciuto nella sua funzione di valore aggiunto, anche se attualmente l’associazionismo tutto (da quella sociale, a quello culturale, a quello sportivo) vive nel nostro Paese un momento difficile per l’applicazione della nuova Legge del Terzo Settore che lo regolamenta, accorpando di fatto realtà molto diverse tra loro.
Il volontariato di queste normative e dell’obbligo di rispettarle sente fortemente il peso; e con la crisi Covid 19 siamo di fronte ad una accresciuta pressione burocratica che di fatto contraddice quei riconoscimenti che da tutte le parti gli vengono attribuiti (dal livello nazionale fino a quello locale).
Crediamo che il tema della burocrazia sia un tema importante sul tappeto in questo momento, e che di esso ci si debba occupare nelle sedi istituzionali giuste, ad ogni livello.
Per quanto sopra:
– in considerazione che da più parti si afferma che siamo di fronte ad una mutazione di un clima sociale, economico, culturale;
– tenuto conto anche dello scenario comunale e territoriale;
– vista la necessità di realizzare un confronto allargato, con urgenza, sul tema del volontariato nelle sue declinazioni concrete (albi, regolamenti, formazione, costruzione di reti, accesso alla risorse, ricambio generazionale, etc.) ;
proponiamo
GLI STATI GENERALI DEL VOLONTARIATO A JESI e NELLA VALLESINA.
Il nostro Coordinamento, quale espressione territoriale del Centro Servizi Volontariato delle Marche, lancia questa proposta all’ASP n.9 (pensando al Profilo di Comunità da essa elaborato e alla Fondazione “Vallesina Aiuta onlus”), al Comune di Jesi quale capofila di un territorio più ampio, e a tutte quelle realtà del Terzo Settore che sono interpreti dei valori aggiunti del volontariato.
Quel volontariato che – in tutte le sue forme – è portatore sano radicato nel passato, sensibile e attento in questo tempo presente e proiettato al futuro.
Il Coordinamento
Emergenza e volontariato: intervista al sindaco di Jesi Massimo Bacci
Superata la fase dell’emergenza, il “durante” è tempo fertile per un primo bilancio e per la progettazione del futuro del volontariato.
Intervista al primo cittadino di Jesi, Massimo Bacci.
- Fᴏʀᴛᴇ ᴅɪ ᴜɴᴀ ᴇsᴘᴇʀɪᴇɴᴢᴀ ᴠɪssᴜᴛᴀ ᴅᴀ ᴘʀɪᴍᴏ ᴄɪᴛᴛᴀᴅɪɴᴏ, ᴄᴇʀᴛᴏ ᴍᴏʟᴛᴏ ɪᴍᴘᴇɢɴᴀᴛɪᴠᴀ ᴀɴᴄʜᴇ sᴏᴛᴛᴏ ɪʟ ᴘʀᴏғɪʟᴏ ᴜᴍᴀɴᴏ, ᴄʜᴇ ᴄᴏsᴀ ᴘᴜᴏ̀ ᴅɪʀᴄɪ ᴅᴇʟ ʀᴀᴘᴘᴏʀᴛᴏ ᴛʀᴀ ᴄʀɪsɪ Cᴏᴠɪᴅ 19 ᴇ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴀᴛᴏ?
È stata questa della pandemia una occasione per confermare lo straordinario ruolo del terzo settore a supporto delle strutture sanitarie e degli enti pubblici. Le associazioni di volontariato hanno mostrato, tutte e nessuna esclusa, grande senso di responsabilità, piena consapevolezza della drammatica situazione sociale ed economica che si è creata ed hanno contribuito in maniera determinante ad aiutare – solo per restare nel nostro territorio – centinaia e centinaia di famiglie in difficoltà. Certo, non lo hanno potuto fare con la vicinanza fisica, che è un po’ l’essenza di chi fa volontariato per gli altri, ma certamente non solo fornendo mezzi di sussistenza, ma anche mantenendo un dialogo ancorché a distanza.
Il Comune di Jesi ha percepito subito che poteva fare pieno affidamento sul volontariato e ovviamente ne ha attinto a piene mani per garantire servizi assolutamente indispensabili, così come la distribuzione di beni di prima necessità. Avremo certamente modo, a conclusione di questo periodo, di testimoniare tangibilmente il senso di gratitudine dell’Amministrazione comunale e della Comunità tutta a quanti si sono prodigati per non lasciare solo nessuno.
- Sɪᴀᴍᴏ ᴀɴᴄᴏʀᴀ ɴᴇʟʟᴀ ғᴀsᴇ ᴅᴇʟ “ᴅᴜʀᴀɴᴛᴇ” ᴇᴅ ᴇ̀ ᴇssᴇɴᴢɪᴀʟᴇ, ʟᴏ ᴅɪᴄᴏɴᴏ ɪɴ ᴍᴏʟᴛɪ, ᴄʜᴇ ʟᴏ sɪ ᴘᴇɴsɪ ɢᴜᴀʀᴅᴀɴᴅᴏ sɪᴀ ᴀʟ ᴘᴀssᴀᴛᴏ ᴄʜᴇ ᴀʟ ғᴜᴛᴜʀᴏ. Cʜᴇ ᴘᴀssᴀᴛᴏ ʜᴀ ᴀᴠᴜᴛᴏ ᴇ ᴄʜᴇ ғᴜᴛᴜʀᴏ ᴀᴠʀᴀ̀ ɪʟ ᴠᴏʟᴏɴᴛᴀʀɪᴀᴛᴏ, ǫᴜᴇʟʟᴏ ɪɴ ᴘᴜʀᴇᴢᴢᴀ ᴅɪ ᴍᴏᴛɪᴠᴀᴢɪᴏɴɪ ᴇ ᴅɪ ɢᴇsᴛɪᴏɴᴇ, sᴇᴄᴏɴᴅᴏ ɪʟ sɪɴᴅᴀᴄᴏ Bᴀᴄᴄɪ?
Inutile guardare al passato, perché da questa emergenza si uscirà con un mondo completamente cambiato dove sarà importante, anche per il volontariato, essere pronto a recepire le nuove esigenze. Ma sotto questo profilo sono molto fiducioso, perché l’esperienza del Covid-19 ha mostrato grande capacità di risposta. La parola d’ordine è resilienza, capacità di adattamento ad una nuova situazione e di risposta conseguente. Per questo insieme all’assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri, abbiamo condiviso la necessità di istituire tavoli di confronto per ricevere dalla viva voce delle associazioni di volontariato riflessioni e considerazioni per meglio orientare l’azione in futuro. In questo contesto ritengo il coordinamento del volontariato uno strumento assolutamente indispensabile per ottimizzare risorse ed energie in una prospettiva di arrivare a fornire risposta ai nuovi bisogni che emergeranno.
In che modo è da vederlo insieme, anche sperimentando momenti di formazione condivisa che possano permettere a volontari già navigati ed a nuovi cittadini disponibili a farne parte di conoscere e approfondire tematiche utili per rendere il loro supporto effettivamente efficace.
Vecchio ospedale, nuova questione…
Silvano Sbarbati propone una riflessione nuova su un tema caro al Coordinamento, ovvero il futuro del vecchio ospedale di Jesi. Con l’auspicio che il graduale rientro alla “normalità” ravvivi il sano e naturale dibattito, esercizio di una cittadinanza attiva.
In questi ultimi giorni sono apparse sulla stampa e sui social due interventi: il sindaco di Jesi Massimo Bacci ha rilanciato con forza e molta decisione la proposta di trasformare in RSA (Residenza Sociale Assistita) il vecchio ospedale Murri. Da parte sua, il consigliere comunale Samuele Animali ha rimesso al centro della attenzione l’utilizzo dell’ospedale di viale della Vittoria, una volta abbattuto (e sul quando l’Asur non ne dà ancora certezza).
Sulla RSA il mondo del volontariato esprime la propria convinta adesione alla idea del sindaco: non è una posizione aprioristica ma è dettata dalla convinta idea che la proposta abbia una profonda rispondenza nei confronti della comunità del nostro territorio, senza fughe in avanti e con grande concretezza realizzativa. E lo diciamo in nome della sensibilità e della operatività che il volontariato mette in opera da sempre nei confronti della popolazione più fragile, come quella anziana.
Sulle idee che Animali mette in campo per il futuro del vecchio ospedale di viale della Vittoria e dell’ospedale monumentale di corso Matteotti, il Coordinamento rivendica un piccolo merito: di aver messo in evidenza questo problema per primo, con un convegno organizzato tre anni fa circa e ripetuto con un altro evento un anno dopo.
Allora si chiedeva alla città e al territorio di cominciare a pensare, di cominciare a cercare idee su che cosa fare e su che cosa debba diventare questa area e questa struttura. Non entriamo nel merito delle proposte avanzate da Animali, chè questa non è la sede. Ma qui vorremmo esprimere soddisfazione per questo avvio di dibattito pubblico, augurandoci che possa proseguire nelle sedi più opportune e con esiti concreti e soprattutto in armonia con la realtà di tutta la comunità jesina e del territorio di riferimento. Inoltre vorremmo che in ogni fase del dibattito e nei momenti delle scelte il volontariato, nelle forme e nei modi da discutere, venga ascoltato. Perché la solidarietà ( che va di moda citare come valore aggiunto proprio del volontariato) non si può sospendere in quanto esercizio di condivisione e di cittadinanza attiva. Siccome viviamo tempi di emergenza, e si dice che nulla sarà come prima, non vorremmo che, nel “dopo” tutto fosse uguale e dunque ancora peggio.
Se il mondo intero pare divenuto una prigione
“Qua dentro, là fuori…”. Là dentro, qua fuori. Il contributo di Samuele Animali, del Direttivo Antigone Marche ci aiuta a completare lo sguardo sulla nostra realtà e le sue complessità in tempo di pandemia.
- Pᴇʀᴄʜᴇ́ ᴘʀᴏᴘʀɪᴏ ɪʟ ᴄᴀʀᴄᴇʀᴇ.
Il carcere è per definizione un luogo fuori dal mondo. Eppure se vuoi capire il mondo devi andare in carcere. Proprio come gli archeologi trovano i reperti più interessanti nei cimiteri e negli immondezzai, così il carcere è, per tanti versi, la discarica della società.
Il carcere è lo specchio deformato del mondo. Le persone che lo popolano sono spogliate di ogni dignità e di ogni autonomia. Rappresenta l’anello più fragile della nostra società per quanto riguarda i diritti civili ed tra i punti di emersione principali delle tensioni che l’attraversano. Qui le cose accadono prima e producono effetti peggiori.
- Cʜᴇ ᴄᴏsᴀ sᴜᴄᴄᴇᴅᴇ ᴄᴏɴ ɪʟ ʟᴏᴄᴋᴅᴏᴡɴ.
Nulla, verrebbe da dire. Per i detenuti il confinamento è a condizione normale. Senonché il nostro lockdown presuppone una casa “comoda”, e quindi mette maggiormente in difficoltà i senza dimora, i minori in comunità, i richiedenti asilo, e anche i detenuti. Se il mondo intero pare divenuto una prigione, le prigioni vere sono diventate inferno. Il sovraffollamento delle prigioni produce normalmente disagio, ma la preoccupazione per il Covid-19, assieme alla sospensione delle visite imposta dall’amministrazione penitenziaria (potendo far poco altro), nel mese di marzo ha innescato proteste e rivolte. Numerosi detenuti sono morti (13), in alcuni casi per cause ufficialmente ancora non definite.
- Aɴᴛɪɢᴏɴᴇ.
Assieme alle visite è stata sospesa gioco-forza anche l’attività delle associazioni all’interno degli istituti. Antigone in particolare è un’associazione nazionale che si occupa di tutela dei diritti civili, prestando un supporto di carattere giuridico, amministrativo, sanitario. Non è necessario un gran numero di soci attivi, avere a che fare con il carcere è un’esperienza molto particolare all’inizio, occorrono una forte motivazione ed anche una preparazione specifica, che si acquisisce solo con l’esperienza o potendo contare su specifiche competenze professionali.
- Jᴇsɪ ᴇ Vᴀʟʟᴇsɪɴᴀ.
Diversi soci di Antigone Marche abitano a Jesi e in Vallesina, anche se a Jesi non c’è più un carcere da molti anni ormai. Le strutture più vicine sono la casa di reclusione di Barcaglione e la casa circondariale di Montacuto, entrambe in Ancona. Chi non entra negli istituti si occupa dell’attività di sensibilizzazione sul territorio e nelle scuole o dell’interlocuzione con le istituzioni. Questa attività ovviamente non si è mai fermata e abbiamo lavorato via mail e in videoconferenza, cosa che già facevamo normalmente.
- Lᴀ sɪᴛᴜᴀᴢɪᴏɴᴇ.
Tutte le strutture carcerarie marchigiane sono interessate a turno da visite a carattere ispettivo svolte nell’ambito di un progetto denominato osservatorio nazionale sulle condizioni della detenzione. Nel 2019 Antigone ha visitato 100 istituti in Italia: in quasi la metà c’erano celle senza acqua calda, in più della metà c’erano celle senza doccia. Le condizioni igienico-sanitarie sono spesso precarie, talvolta mancano prodotti per la pulizia e l’igiene. Come fai a mantenere le distanze se tre persone vivono in celle da 12 metri quadri? Il rischio si estende agli operatori: poliziotti medici, infermieri, personale civile.
Si è resa necessaria la scarcerazione anticipata di un certo numero di reclusi gravemente malati o a fine pena, in genere sostituendo la reclusione con modalità di detenzione domiciliare. I Tribunali hanno avuto modo di evidenziare che il diritto alla salute (art. 32 Cost.), specie quando riguarda soggetti già affetti da gravi patologie, può prevalere sull’esigenza di eseguire la pena per intero. La Costituzione (art. 27) chiarisce anche che la pena non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. In questo particolare momento si tratta anche di consentire telefonate o video-telefonate quotidiane, di fornire dpi a tutto il personale penitenziario, di garantire la sanificazione degli ambienti.
- Dᴏᴠᴇ sᴛɪᴀᴍᴏ ᴀɴᴅᴀɴᴅᴏ.
Sono ancora troppo affollate le carceri. Nemmeno quattromila persone sono state scarcerate, in genere trasferite alla detenzione domiciliare, sulle oltre sessantunomila che c’erano a fine febbraio. Eppure queste riduzioni di pena hanno suscitato scandalo.
È che confondiamo il carcere col sistema penale e la scarcerazione con l’impunità. Mentre la pena del carcere è una pena residuale, l’ultima ratio, in un sistema in cui esistono molti tipi di pena, dalle pene pecuniarie, a quelle riparative, a varie forme di privazione della libertà di movimento…
In un carcere come quello odierno le persone di regola escono peggiore e più pericolose di come sono entrate.
Ecco, molto banalmente, il senso dell’occuparsi dei detenuti cercando di contribuire a garantire un trattamento umano e non degradante. Non perché sono tuoi concittadini, o tuoi parenti, o brave persone. Ma perché è indifferente che lo siano. La com-passione in questo caso sta nel riconoscere l’uomo nonostante tutto, là dove il rischio di non riconoscerlo è più grande perché maggiore è la distanza.
Quindi in primo luogo il rispetto è presupposto della possibilità di recuperare alla comunità le persone, e questa è la massima declinazione della sicurezza. In secondo luogo, quando mi occupo della condizione di una persona ristretta mi occupo di me stesso, perché un trattamento degradante non è tale solo per chi lo subisce, ma anche per chi lo provoca o lo permette, ogni violazione consuma un diritto di tutti e di ciascuno.
Conviene ricordare le parole della Via crucis del 10 aprile scorso, che il Papa ha fatto scrivere da persone le cui vite a vario titolo incrociano il carcere: a chi grida crocifiggilo, crocifiggilo occorre rispondere che l’unica giustizia possibile passa per la misericordia.