“Tutela Salute Mentale Vallesina” Tito Augelli.

Tito Augelli è da sempre il motore che spinge l’attività della Associazione Tutela Mentale…Raccontaci perché e come hai iniziato questo tuo percorso nel volontariato.
Sono entrato nel mondo del volontariato nel lontano 1999, aderendo alla richiesta di un amico psicologo che aveva bisogno di una mano per costituire una associazione per la tutela della salute mentale, in favore dei soggetti disagiati e dei loro familiari. Sono stato uno dei soci fondatori e per oltre 15 anni il segretario storico della associazione: un tecnico prestato al volontariato convertito quasi subito in un volontario attivo.

Tutela Mentale: perché serve una associazione con questi obiettivi?
Perché troppo spesso i diritti in capo ai soggetti disagiati ed alle loro famiglie non vengono assicurati proprio dalle istituzioni che dovrebbero garantirli.

In un periodo di oggettivo clima sociale ansioso, quali riscontri puoi descrivere sul
territorio di riferimento della tua associazione?
Sta crescendo nella popolazione lo stigma nei confronti dei soggetti disagiati, stigma che si allarga alle famiglie con le quali i disagiati convivono.

Come hanno vissuto e vivono questo periodo le famiglie che hanno al proprio interno un disagio mentale?
In questo periodo le famiglie sopportano più di altri il peso della convivenza con un soggetto disagiato, sia sotto l’aspetto della assistenza sia sotto l’aspetto della gestione.

Che rapporto dovrebbe esserci tra le istituzioni e il volontariato come il tuo?
Dovrebbe esserci un rapporto di massima collaborazione che troppo spesso non c’è.

Va di moda parlare di solidarietà e di comunità. Tu che ne pensi in merito?
Solidarietà e comunità sono concetti bellissimi ed essenziali, ma quanti ne conoscono il significato?

Consigli alle associazioni di volontariato?
Alle associazioni di volontariato consiglio di fare rete, di fare gruppo, di non demordere mai, anche se le avversità, le incomprensioni, gli ostacoli sembrano insuperabili. Dobbiamo lottare uniti per il bene dei più fragili.

E-mail : info@tutelasalutementalevallesina.org.
PEC: tutelasalutementalevallesina@pec.host.it
Sito Web: http://www.tutelasalutementalevallesina.org.
Telefono Segreteria: 0731 202707–338 4943432
E-mail Segreteria: augellitito1944@gmail.com

Vecchio ospedale, nuova questione…

Silvano Sbarbati propone una riflessione nuova su un tema caro al Coordinamento, ovvero il futuro del vecchio ospedale di Jesi. Con l’auspicio che il graduale rientro alla “normalità” ravvivi il sano e naturale dibattito, esercizio di una cittadinanza attiva.

In questi ultimi giorni sono apparse sulla stampa e sui social due interventi: il sindaco di Jesi Massimo Bacci ha rilanciato con forza e molta decisione la proposta di trasformare in RSA (Residenza Sociale Assistita)  il vecchio ospedale Murri. Da parte sua, il consigliere comunale Samuele  Animali ha rimesso al centro della attenzione l’utilizzo dell’ospedale di viale della Vittoria, una volta abbattuto (e sul  quando l’Asur non ne dà ancora certezza). 

Sulla RSA il mondo del volontariato esprime la propria convinta adesione alla idea del sindaco: non è una posizione aprioristica ma è dettata dalla convinta idea che la proposta abbia una profonda rispondenza nei confronti della comunità del nostro territorio, senza fughe in avanti e con grande concretezza realizzativa. E lo diciamo in nome della sensibilità e della operatività che il volontariato mette in opera da sempre nei confronti della popolazione più fragile, come quella anziana.

Sulle idee che Animali mette in campo per il futuro del vecchio ospedale di viale della Vittoria e dell’ospedale monumentale di corso Matteotti, il Coordinamento rivendica un piccolo merito: di aver messo in evidenza questo problema per primo, con un convegno organizzato tre anni fa circa e ripetuto con un altro evento un anno dopo. 

Allora si chiedeva alla città e al territorio di cominciare a pensare, di cominciare a cercare idee su che cosa fare e su che cosa debba diventare questa area e questa struttura. Non entriamo nel merito delle  proposte avanzate da Animali, chè questa non è la sede. Ma qui vorremmo esprimere soddisfazione per questo avvio di dibattito pubblico, augurandoci che possa proseguire nelle sedi più opportune e con  esiti concreti e soprattutto in armonia con la realtà di tutta la comunità jesina e del territorio di riferimento. Inoltre vorremmo che in ogni fase del dibattito e nei momenti delle scelte il volontariato, nelle forme e nei modi da discutere, venga ascoltato. Perché la solidarietà ( che va di moda citare come valore aggiunto proprio del volontariato) non si può sospendere in quanto esercizio di condivisione e di cittadinanza attiva. Siccome viviamo tempi di emergenza, e si dice che nulla sarà come prima, non vorremmo che, nel “dopo” tutto fosse uguale  e dunque ancora peggio.



Image

Intervista all’Assessore Marialuisa Quaglieri

🗣Per continuare ad arricchire il dibattito sul presente e futuro delle nostre “comunità volontarie”, abbiamo contattato Marialuisa Quaglieri, Assessore ai Servizi Sociali e Sanità del Comune di Jesi, in questi giorni impegnata su molti fronti: la ringraziamo per averci risposto con sollecitudine e per il suo intervento, di cui sottolineiamo la significatività.

  • In estrema sintesi: che cosa ci dice questa crisi del Coronavirus?

La crisi ci ha messo alla prova e devo dire con orgoglio che la “rete” di cui spesso ci riempiamo la bocca qui c’è. È una rete solida e a maglie strette. Chi autonomamente, chi rapportandosi in coordinamento con il Comune, tutti si sono dimostrati pronti e non si sono tirati indietro. Una dimostrazione di come il terzo settore sia fondamentale come supporto alla comunità.

  • Dal suo punto di vista, come reagisce il corpo sociale alle difficoltà, alle ansie, alle sofferenze che sta vivendo giorno per giorno?

Se per corpo sociale intendiamo tutte quelle componenti che ruotano attorno al welfare ampiamente inteso, ebbene credo che il corpo sociale abbia fatto emergere la sua innata resilienza. Che è quella di affrontare i cambiamenti adattando la propria azione in relazione al fabbisogno sociale, per aiutare ad affrontare le difficoltà, a superare le ansie, a lenire e sofferenze. È un lungo elenco di iniziative quelle intraprese per dare sostegno alla collettività, in particolare ai soggetti più fragili: penso alla spesa sospesa, alla raccolta fondi, alla consegna a domicilio di farmaci, della spesa e dei beni di prima necessità, allo straordinario lavoro che stanno svolgendo le associazioni impegnate ad assicurare un pasto a chi oggi si trova in una condizioni di povertà improvvisa, speriamo temporanea, che va ad aggiungersi ad una platea purtroppo già ricca.

  • Quali possono essere le linee-guida per orientare il futuro del lavoro del volontariato?

Il futuro è incerto sotto tutti i punti di vista: di sicuro alla crisi sanitaria sta seguendo una crisi sociale e noi dovremo essere pronti. Il Comune, a cui credo spetti il ruolo istituzionale di cabina di regia, istituirà tavoli permanenti per affrontare i problemi propri di ogni singola associazione e quelli che le associazioni, da sole o unite, dovranno affrontare per verificare e per colmare le nuove carenze che si registreranno sul territori. Probabilmente la “mission” di qualche associazione dovrà adattarsi alle nuove esigenze che si presenteranno. Ma sono sicura, e questa crisi di Coronavirus ce l’ha dimostrato, che le associazioni sono pronte e reattive per affrontare qualsiasi problematica. 

Lettera aperta ai Consiglieri Regionali del territorio

Scriviamo una lettera aperta perché i valori aggiunti a cui fa riferimento il volontariato si alimentano delle aperture alla comunità in tutti gli ambiti, compreso quello della politica e delle istituzioni.

Il momento che viviamo è drammatico e impegnativo e sentiamo dappertutto spendere la parola “solidarietà” come fosse una moneta di gran pregio. Questa moneta il volontariato la usa da sempre e siamo felici che sia diventata adesso quella più importante da poter spendere.

Sappiamo anche che il volontariato nel nostro Paese e nella nostra Regione è una realtà radicata nelle comunità, salda e persistente. Per questo sentiamo forte il bisogno, oggi, di ascoltare la voce di chi rappresenta il territorio e dunque rappresenta anche il “territorio della solidarietà nel volontariato”. Questa voce è quella dei rappresentanti nel governo regionale, che ha in primis la responsabilità della sanità pubblica, dalla quale ci aspettiamo le migliori risposte possibili a questa crisi.

In mezzo a tanto chiacchiericcio, alla ostentazione di tante competenze, al fiume torrenziale di dati e statistiche, di anticipazioni premature, di cerimoniali e di una retorica spesso stucchevole, il volontariato che lavora si aspetta (perché sente di meritarlo) un rapporto più ravvicinato, meno mediato con la “voce” dei propri rappresentanti locali.

Senza dover chiedere, ma al contrario ricevendo notizie, riflessioni, pensiero condiviso su scelte e su problemi che aspettano soluzioni equilibrate e misurate sui “valori aggiunti” dalla solidarietà. In un mondo che tiene le distanze per evitare il contagio, ci pare importante tuttavia sforzarsi di mantenere la vicinanza, magari usando i mezzi che la tecnologia ci ha fornito e che anche noi, volontaristicamente, abbiamo imparato ad usare in modo solidale.

Ecco, questo ci pare poter essere il modo migliore per scrivere Cambiamento con la lettera maiuscola.

Con cordialità.