Emergenza sanitaria e sociale, (continuare a) prendersi cura della fragilità, spostando lo sguardo fuori dalle strutture ospedaliere, nell’occhio del ciclone e dell’attenzione mediatica. Allarghiamo la visione su questi temi ascoltando, da noi sollecitati, dei “portatori di interesse” che vivono e operano nella nostra comunità.
Ringraziamo Tito Augelli, vice presidente dell’Associazione Tutela Salute Mentale per la Vallesina – ODV, per il suo contributo puntuale.
- Se è vero, come sosteniamo spesso, che bisogna coltivare la solidarietà come un valore aggiunto, sempre e comunque, dall’ osservatorio della sua associazione vede realizzato questo auspicio? E come?
A seguito delle disposizioni restrittive imposte dal Governo e dalla Regione, l’attività in Sede è stata sospesa dall’11/03/2020 sino a nuove disposizioni che ne consentano la ripresa. In particolare, le famiglie con disabili mentali in casa subiscono un aggravamento della situazione familiare per la presenza continua del congiunto disabile con il quale, nella maggior parte dei casi, esiste un rapporto conflittuale che con il trascorrere del tempo prolungato di convivenza tende ancor più ad ampliarsi. In questa situazione, l’Associazione assicura la vicinanza alle famiglie ed ai disabili con i mezzi più accessibili: telefono e WhatsApp. A tutti coloro che chiamano o scrivono viene assicurato ascolto, dispensati consigli ed informazioni, ma soprattutto conforto per la situazione eccezionale che sono costretti a vivere. Il mio telefono di casa ed il cellulare, consultabili sul sito della Associazione, sono sempre raggiungibili da chiunque abbia bisogno di aiuto. Questa è la solidarietà che possiamo assicurare, al momento, a queste persone fragili messe ancor più alla prova da questa situazione eccezionale.
- Lo stato di emergenza sanitaria e sociale che stiamo vivendo come incide sulla realtà che tocca con mano nella sua attività di volontario?
I rischi per i disabili ospitati presso le strutture dedicate dovrebbero essere attenuati in quanto i disabili beneficiano dei servizi di assistenza assicurati da tali strutture. Quindi parliamo di disabili mentali che vivono nelle rispettive famiglie, e di queste famiglie. Per tali situazioni è concreto il rischio che taluni disabili che non comprendono la situazione né la sua gravità, escano comunque di casa, come facevano in precedenza, senza che le famiglie abbiano la capacità di opporsi, e vaghino senza il necessario controllo imposto dalla attuale situazione, con grave pericolo per la loro ed altrui salute. Analogo rischio è presente per quei disabili che non vivono in famiglia ma convivono in gruppi appartamento.
- Oggi come oggi che rapporto vivono le famiglie con le istituzioni?
Le famiglie sono consapevoli della gravità della situazione, ma avvertono un senso di abbandono da parte dalle istituzioni di riferimento e chiedono aiuti concreti nella gestione del proprio congiunto. Con la recente Ordinanza n. 16 del 26/03/2020 si è venuti incontro alle necessità delle sole famiglie con disabile mentale convivente, ma solo con patologie certificate dall’autorità sanitaria dalle quali derivino problematiche comportamentali gravi, lasciando il compito di accompagnare tali disabili ad un familiare o al caregiver di riferimento. Ciò è molto positivo, ma affronta solo una criticità specifica. Per le altre famiglie permangono tutte le problematiche, aggravate dalla attuale situazione, connesse con una gestione del congiunto disabile mentale che è presente in modo continuativo perché deve restare in casa. Per queste famiglie, che sostengono un carico ancor più pesante e che chiedono aiuto, al momento non sono noti provvedimenti.
Jesi, 28 marzo 2020