Sulla strada per il volontariato del futuro: la vera riforma dovrà partire “dal basso”

IMG_6480

Da sinistra: Beatrice Testadiferro, moderatrice; Massimo Bacci, Antonio Mastrovincenzo, Edo Patriarca, Mario Argentati e Massimiliano Colombi

La scorsa settimana a Jesi si è tenuto il convegno sulla Riforma del Terzo settore organizzato dal CSV Marche e dal Coordinamento associazioni volontariato Ambito IX.

Patriarca: “I decreti legislativi che si faranno sono materia di chi lavora: associazioni, Aps e coop devono chiedere spazi per dialogare con il Governo”

Sabato 17 settembre a Jesi, nella sala comunale ex Circoscrizione in via San Francesco, si è tenuto il convegno dal titolo “Volontariato a lavoro” organizzato da CSV Marche (Centro servizi per il volontariato) e Coordinamento associazioni volontariato Ambito IX, con il patrocinio del Comune di Jesi.

Obiettivo: riflettere, grazie ai contributi dei relatori, sui contenuti della nuova legge e raccogliere dal mondo del volontariato impressioni e indicazioni sulla Riforma del Terzo settore, affinché nei decreti attuativi possa tenerne conto e riesca a dare le migliori risposte a livello legislativo.

Di seguito, dopo il salto, potete leggere una sintesi degli interventi dei relatori e le interessanti proposte emerse dalla mattinata di lavori.

Mario Argentati, per il Coordinamento delle AdV dell’Ambito IX, ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di una nuova legge che faccia ordine e chiarezza nei confronti di una realtà sociale quanto mai importante come il Terzo settore.

Nei saluti ai presenti, il sindaco di Jesi Massimo Bacci ha ricordato quanto sia necessario organizzare iniziative dedicate al Terzo settore in una città come Jesi, con un volontariato attivo e di eccellenza. Anche grazie alla presenza di uno sportello cittadino dedicato al volontariato, l’Amministrazione è pronta a recepire le istanze e le opportunità date dalla nuova legge, come il servizio civile universale.

Antonio Mastrovincenzo, presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della nuova legge, che rappresenta il riconoscimento formale del volontariato e l’opportunità da cogliere per attivare tavoli di concertazione e arrivare a un testo unico.
Collaborando con il mondo della cooperazione sociale, le associazioni e il CSV, il Consiglio Regionale è al lavoro verso la redazione di unico Albo Regionale in cui tutte le realtà del Terzo settore possano confluire.

Il sociologo Massimiliano Colombi ha affermato che la legge, pur non essendo perfetta, ha il merito di aver riacceso i riflettori su questioni urgenti riguardanti il Terzo settore e il Welfare partecipativo.
“Le Associazioni di volontariato – spiega – saranno chiamate presto a dire la loro; l’invito è a mantenere un pensiero critico: il Terzo settore è cresciuto in complessità e nelle responsabilità (…) I Forum devono essere il luogo di partecipazione e sintesi, perché i decreti attuativi e la riforma siano un salto in avanti per la rappresentanza interna, nel rispetto delle pluralità”.
La riforma da’, dunque, l’opportunità di interrogarsi sull’evoluzione della partecipazione e far leva su un nuovo senso di corresponsabilità.

Edoardo Patriarca, parlamentare e relatore di maggioranza della legge 106, ricorda che sono trascorsi circa 2 anni dall’annuncio di Renzi della riforma, e che la questione ruota intorno alla costituzionalizzazione del principio di Sussidiarietà, ovvero il credere che la Repubblica non è solo dello Stato ma anche dei cittadini che si riuniscono.
“La legge riconosce che al bene pubblico partecipano anche altri soggetti, che se ad un’Amministrazione che lavora bene si unisce un Terzo settore che lavora bene, quest’ultimo deve rendere conto di quello che fa, con senso della legalità e trasparenza, come fa il pubblico. La legge ha il merito di mettere in moto la cittadinanza, è un’opportunità che per trovare un terreno fertile deve stare sulla strada, fiutare il tempo: il volontariato deve mantenere la sua forza profetica, la capacità di stare sul pezzo e anticipare lo Stato, come è accaduto negli anni ’80-’90.

Il concetto di ‘gratuità’, il tempo investito gratuitamente nel volontariato, riemerge come funzione culturale e valore del dono anche nella vita di tutti.
Un imprenditore sociale è quello che dimostra di sapersi prendere delle responsabilità anche nei confronti dei suoi dipendenti, che lavorano meglio e producono crescita nel territorio.
Il Terzo settore è un soggetto strategico per il welfare, tutto funziona se anche la Pubblica Amministrazione sta sul pezzo e si impegna.
L’Impresa sociale è una sfida dalla quale il volontariato non può più stare fuori, è uno strumento di efficienza per servizi e beni, che serve a rendere plurale e più competitivo il sistema.
Importante sottolineare quanto la questione Fiscale sia strategica per sostenere il gesto del dono, verso la trasparenza – e la responsabilità nel gestire delle risorse altrui – e l’allontanamento dei furbi.

Scendendo nello specifico della riforma, Patriarca ha sottolineato che la vera partita si gioca sui decreti attuativi:

1°) il più corposo, sulla pluralità e le distinzioni da mantenere; darà anche cornice unitaria al Terzo settore:
– definizione dell’interesse sociale
– registro unico
– riordino della normativa fiscale

2°) sul Servizio Civile, che diventerà universale: perché non sia un parcheggio per i giovani ma esperienza formativa.
Ci sarà anche una parte dedicata alla programmazione triennale del progetto di Servizio Civile, una dedicata al SC all’estero e una rispetto all’avvicinamento dei giovani;

3°) sull’Impresa sociale, con attenzione a sviluppare cooperative e altre forme di impresa;

4°) sul riconoscimento e monitoraggio delle reti;

5°) sul 5×1000.

Diego Mancinelli, portavoce del Forum del Terzo settore, ha sottolineato che la legge porterà ad una definizione unitaria del Terzo settore, definendo bene ruoli e differenze.
“Il volontariato e le coop hanno bisogno di riposizionarsi, dopo i recenti scandali (come Mafia Capitale). Importanti la concertazione e la partecipazione, perché la legge delega potrebbe rischiare di non esser partecipativa: il Terzo settore locale e regionale va convocato prima che che le decisioni siano prese. La legge nazionale è una sfida per riattivare il pensiero critico all’interno del mondo del volontariato, delle Aps e della cooperazione anche nelle Marche: facciamo una legge regionale nuova, concertata insieme a tutti gli attori in campo”.

Simone Bucchi, presidente del CSV Marche, concorda sulla necessità che il Governo recepisca le segnalazioni del territorio, aumentando il dialogo con la base. “Il volontariato, la cooperazione e le Aps devono continuare ad aver voce in capitolo: è necessario intraprendere tutti insieme un percorso per capire se può esistere un Centro Servizi del Terzo settore, in risposta agli input della nuova legge”.

Daniele Tassi, presidente dell’osservatorio regionale delle Aps, ha fatto notare come negli ultimi 25 anni l’associazionismo abbia rincorso la legge, modificando i propri statuti per rientrare in determinate fattispecie ed essere fiscalmente in regola.
“La nuova legge dovrebbe esser decifrabile dalle AdV senza l’interpretazione e la mediazione di professionisti, perché sia più semplice capire ‘cosa’ si è, cosa si può fare e in che modo, senza dubbi. Il Terzo settore è un asset strategico ed essenziale in Italia, dal punto di vista economico e materiale: la riforma avrà un forte impatto sul welfare… solo nelle Marche, 8000 realtà del territorio hanno ricaduta su circa 900.000 persone.
La sfida per le Aps nella nuova riforma si concentrerà su:
– opportunità di protagonismo (capire se stanno nella storia o seguono percorsi autoreferenziali);
– aumentare il coinvolgimento delle associazioni nella programmazione, con una politica disposta a recepire;
– sintesi, nella rappresentanza trovare una sola voce”.

Ha concluso l’incontro Patriarca, che si farà carico delle istanze degli interventi e che ha concluso dicendo che “il volontariato ha una vocazione a costruire relazioni: ora gli è assegnata una capacità giuridica nuova, a livello civile, ma deve difendere i suoi luoghi di partecipazione (come i forum), operare con i giusti distinguendosi da altre realtà di mercato e coltivare la partecipazione nella popolazione, per far politica insieme.
I decreti legislativi che si faranno sono materia di chi lavora e quindi associazioni, Aps e coop devono chiedere spazi per dialogare con il Governo: anche l’esperienza unica in Europa del CSV è da proteggere, così come la “V” di volontariato che è insita nel suo dna”.

IMG_6512

Istantanee dagli interventi dei relatori del convegno “Volontariato al lavoro”.

IMG_6503IMG_6535IMG_6545
IMG_6522

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *